Il primo giornalista televisivo virtuale: lavora sempre e non sbaglia mai, però è noioso Video

Il primo giornalista televisivo virtuale: lavora sempre e non sbaglia mai, però è noioso Video
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Venerdì 9 Novembre 2018, 14:21
Non prende mai una papera, non va mai in ferie, non si riposa mai. E' un anchor-man quasi perfetto quello che ha debuttato come conduttore di telegiornale per l'agenzia cinese Xinhua, ma non è reale: è un giornalista virtuale.  «Salve, state guardando il notiziario in inglese», ha detto AI (questo il suo nome) presentandosi al pubblico. Il “virtual anchor” potrebbe essere scambiato per un giovane di circa 30 anni. La sua immagine è stata creata sulla base di un collega vero, Zhang, Zhao, giornalista della Xinhua. Secondo l'agenzia, AI «può leggere testi con la naturalezza di un anchorman professionista». Rispetto ad un collega in carne ed ossa, il virtual anchor - creato con la collaborazione del motore di ricerca Sogou - ha altre qualità. «Lavorerò senza sosta per tenervi informati mentre i testi verranno digitati e inseriti senza interruzione nel mio sistema», ha spiegato in un video introduttivo. 
 


Il virtual anchor può lavorare 24 ore al giorno, sia sul sito ufficiale dell'agenzia sia su varie piattaforme social, con un risultato immediato: riduzione dei costi e aumento dell'efficienza. Il ricorso all'intelligenza artificiale, in particolare, potrebbe rivelarsi vantaggioso per la diffusione di breaking news in maniera tempestiva. Secondo la Xinhua, il giornalista virtuale è di fatto diventato un membro del corpo redazionale.

La performance dell'anchorman artificiale è stata messa sotto esame da altri giornalisti e da esperti di media.
Molto critico in particolare, Michael Woolridge, professore del Dipartimento di Computer Science all'università di Oxford. Il cronista virtuale avrà pure espressioni umane e muoverà anche le labbra come un collega reale, ma «è molto piatto, monocorde, senza ritmo o enfasi». «È difficile riuscire a guardarlo per più di qualche minuto», afferma il docente, citato dalla Bbc. «È un buon primo passo», sentenzia Noel Sharkey, professore emerito di Intelligenza artificiale e Robotica all'università di Sheffield. «Migliorerà nel tempo. Il problema, però, è che potrebbe essere molto noioso».


 
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