In un percorso tematico diffuso, inserito nel normale itinerario dei Musei, sono state individuate 21 aree, con quattro specifici focus nella Sala XVII della Pinacoteca (dove viene proiettato un bellissimo filmato per comprendere il contesto storico culturale dell’epoca e sono esposti al pubblico alcuni scritti di Winckelmann provenienti dall’Archivio vaticano). Nel Braccio Nuovo, nel Cortile Ottagono, nel Museo Gregoriano Profano i capolavori della collezione pontificia potranno essere riletti alla luce delle intuizioni di Winckelmann,il primo ad aver concepito la storia dell’arte come un succedersi di stili. Le opere, scelte presenti negli scritti dell’archeologo, sono tutte segnalate con una "W" e corredate di spiegazioni, a testimonianza di quanto la cultura europea sia in debito nei confronti dello studioso. Il Laocoonte, l’Apollo del Belvedere - esempi straordinari di "nobile semplicità " e "quieta grandezza" - la Scuola d’Atene di Raffaello, pittore di "eccellente grandezza", la Madonna con Bambino e i Santi di Tiziano e l’Allegoria della Storia di Mengs, e poi la Carità di Bernini e la Deposizione di Caravaggio. Le opere di arte egizia, etrusca, greca e romana fino al Rinascimento e al Barocco - attorno alle quali si sviluppa la mostra in occasione dei duplici anniversari della nascita e della morte.
«Questa è una mostra realizzata interamente con personale dei Musei Vaticani: non abbiamo voluto spostare niente, solo valorizzare le opere creando un percorso winckelmanniano per testimoniare quanto la nostra collezione sia stata importante nella creazione del suo pensiero estetico», ha spiegato Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani.
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