Napoli, Ancelotti: «Il lavoro di Sarri è stato di fondamentale importanza»

Napoli, Ancelotti: «Il lavoro di Sarri è stato di fondamentale importanza»
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Giovedì 8 Novembre 2018, 12:27 - Ultimo aggiornamento: 12:32
«Il terreno non era solo ben arato, c'era già un'erba rigogliosa: il lavoro che ha fatto Sarri è stato di fondamentale importanza». Lo ha detto il tecnico del Napoli, Carlo Ancelotti, in una intervista che andrà in onda alle 15.00 su Dazn di Diletta Leotta, parlando del suo predecessore sulla panchina napoletana. «De Laurentiis? Io e il presidente ci sentivamo ogni tanto da anni…ci eravamo già sentiti quando tentai di portare Cavani al Psg senza successo…quest'estate abbiamo fatto anche le vacanze insieme. Lui è un presidente che è diventato appassionato col tempo: adesso segue tutto, si informa su tutto, ma sa delegare. È una persona molto schietta, molto sincera, molto divertente», ha aggiunto l'allenatore che ha spiegato come tornare a parlare in italiano ha avuto un ruolo nella sua scelta. «La possibilità di tornare a parlare italiano è una delle cose che più mi ha convinto ad accettare la proposta del Napoli. Dal punto di vista tecnico, parlare in inglese non crea nessun problema, ma dal punto di vista emotivo e psicologico parlare la propria lingua è tutta un'altra cosa. Al Napoli internazionale di oggi, la lingua ufficiale che si parla è l'italiano», ha proseguito Ancelotti che ha anche parlato di due suoi giocatori Mertens e Hamsik.

Alla domanda su come abbia fatto a spiegare ai giocatori che non ci sono più titolarissimi, il tecnico ha risposto che Mertens si è anche arrabbiato per non aver giocato dall'inizio, «ma sono cose normali: se non se la fosse presa, sarebbe stato peggio…». «Come ho fatto a convincere Hamsik a rimanere? Sapevo che aveva avuto quest'offerta per andare via, allora gli ho spiegato che per me era un giocatore importante e che mi avrebbe fatto piacere se fosse rimasto.
Gli ho anticipato che avrei volute cambiargli ruolo: forse è proprio questo che lo ha convinto a rimanere perché voleva provare qualcosa di nuovo».
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