Gli Stati Generali Green Economy lanciano sette proposte per rilanciare economica e occupazione

Gli Stati Generali Green Economy lanciano sette proposte per rilanciare economica e occupazione
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Martedì 6 Novembre 2018, 15:45
(Teleborsa) - Sette proposte per rilanciare l'economia italiana e l'occupazione attraverso l'economia verde. La settima edizione degli Stati Generali della Green Economy ha preso il via alla Fiera di Rimini, all'interno di Ecomondo, la manifestazione su ambiente e rinnovabili organizzata da Italian Exhibion Group (IEG) dal 6 al 9 novembre.

Aprendo la sessione plenaria, l'Amministratore delegato di IEG Ugo Ravanelli ha voluto porre l'attenzione sull'importanza che questo evento riveste dal punto di vista informativo e scientifico per l'economia e la ricerca. Il manager ha parlato anche del ruolo di IEG e della sua capacità di aggregare interlocutori istituzionali e segmenti industriali e rappresentare un ponte di collegamento utile a rilanciare la competitività del Paese.

Teleborsa ha intervistato il Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi che ha parlato degli effetti dello sviluppo della Green Economy sull'economia e sull'occupazione: con 7-8 miliardi di investimenti pubblici nei prossimi 5 anni si attiverebbero 21,4 miliardi di investimenti privati, generando un valore di produzione di 74 miliardi e 2,2 milioni nuovi posti di lavoro (3,3 milioni con l'indotto), pari a 440 mila unità in più l'anno (660 mila con l'indotto).




Il pacchetto di 10 interventi per lo sviluppo della Green Economy

Rilanciare le rinnovabili, puntare sull'economia circolare, promuovere la qualità ecologica fra le imprese, sviluppare un'agricoltura sostenibile, stimolare una mobilità ed una rigenerazione urbana che migliori la qualità della vita e tutelare il capitale naturale: sono queste le sette priorità individuate dal Consiglio nazionale della Green Economy, sotto la regia della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, e contenute nella Relazione sullo stato della green economy del 2018, che individua un pacchetto delle 10 misure green su cui indirizzare gli investimenti, pubblici e privati: un raddoppio delle fonti rinnovabili; azioni di riqualificazione profonda degli edifici privati e pubblici, il conseguimento dei nuovi target europei di riciclo dei rifiuti; la realizzazione di un grande Programma di rigenerazione urbana; il raddoppio degli investimenti nell'eco-innovazione, misure per la mobilità urbana sostenibile e per l'agricoltura ecologica e di qualità; la riqualificazione del sistema idrico nazionale; il rafforzamento della prevenzione del rischio idrogeologico fino al completamento delle bonifiche dei siti contaminati.

Effetti virtuosi sull'occupazione

Dalla Relazione emerge che i settori a più alto coefficiente occupazionale, considerando i 5 anni, sono le fonti rinnovabili con il 32% del totale degli occupati (circa 702.000 posti di lavoro diretti e indiretti), seguiti dall'agricoltura biologica e di qualità con il 18% del totale degli occupati (circa 393.000 posti di lavoro, in questo caso solo diretti), dalla rigenerazione urbana con il 12% (circa 255.000 posti di lavoro), dall'efficientamento degli edifici con il 9% (oltre 197.000 occupati); dalla riqualificazione del sistema idrico con l'8% (circa 178.000 posti di lavoro), dalla bonifica dei siti contaminati con il 5% (circa 117.000 posti di lavoro).
Completano il quadro, il settore rifiuti incentrato sul passaggio dall'economia lineare a quella circolare con il 5% degli occupati, la mobilità sostenibile e l'eco-innovazione entrambe con il 2% di posti di lavoro e infine la prevenzione del rischio idrogeologico con lo 0,7% degli occupati.

L'Italia nella classifica internazionale

L'Italia della green economy: bene in economia circolare, male in consumo suolo
- La Relazione 2018 fornisce anche un aggiornamento sull'andamento dei settori strategici delle green economy in Italia registrando eccellenze e cadute. L'Italia nel 2017 ottiene buoni "voti" in economia circolare (è prima fra i grandi Paesi europei), agricoltura biologica ed anche eco-innovazione, ma ha ancora molto da fare sul consumo del suolo, la tutela della biodiversità, la decarbonizzazione.
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