Mossa del Viminale: biglietto d’ingresso per visitare le chiese

Mossa del Viminale: biglietto d’ingresso per visitare le chiese
di Cristiana Mangani
3 Minuti di Lettura
Sabato 3 Novembre 2018, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 17:15
ROMA L’annuncio arriva in diretta Facebook e anticipa quello che sarà uno dei prossimi dossier sviluppati dal Viminale: la possibilità di introdurre un ticket di ingresso, o anche semplicemente “un obolo”, per poter visitare le meraviglie artistiche contenute nelle chiese italiane. Il ministro Matteo Salvini anticipa il progetto mentre spiega quante spese affronta abitualmente il suo dicastero. Un impegno economico enorme in termini di uomini e di fondi. Dichiara il ministro che sono circa 820 gli edifici sacri di proprietà del Fec, il Fondo edifici di culto, ente-organo del Dipartimento per l’Immigrazione e le libertà civili dell’Interno, e dunque di proprietà dell’Italia. Una quantità infinita di beni inestimabili, per i quali il Viminale dispone - chiarisce il vicepremier - «di soli sei milioni di euro». Una cifra irrisoria, «vista la portata del patrimonio artistico che contengono». In alcuni casi, rarissimi, è già previsto il pagamento di un biglietto. «Ed è proprio su questo che stiamo lavorando - anticipa il ministro - Sulla possibilità di prevedere delle iniziative per aumentare le entrate».

LA MESSA
Naturalmente l’eventuale costo di un biglietto riguarderà esclusivamente la parte della chiesa dove è presente qualche capolavoro. Nessun limite agli accessi per partecipare alle funzioni religiose. Una decisione, comunque, che sembra necessaria proprio per la scarsità dei fondi a disposizione, e l’obbligo di provvedere adeguatamente alla manutenzione e ai controlli di strutture così preziose. Spesso affidate alla buona volontà dei prefetti che hanno il compito di gestirli ognuno per la propria competenza. Per cui, se a Santa Croce a Firenze si paga un ticket, è perché è stato deciso a livello locale, probabilmente per cercare di riempire le casse vuote.
L’istituzione del Fondo è disciplinata dal Titolo III della legge 222/1985. È stato disposto dopo che l’Italia ha ereditato i patrimoni del Fondo per il culto, del Fondo di beneficenza e religione nella città di Roma e di altre Aziende speciali di culto. Enti ecclesiastici colpiti dalle leggi di soppressione ottocentesche che riguardano anche le chiese appartenenti ai conventi e ai monasteri.

TESORI
L’elenco di meraviglie è molto lungo: San Domenico a Bologna, Santa Croce, Santa Maria Novella, San Marco, a Firenze; Santa Maria in Ara Coeli, Santa Maria del Popolo, Sant’Andrea della Valle, e altre 67 chiese solo a Roma. E la lista spazia dal Nord al Sud del Paese, comprendendo anche gli arredi sacri e le opere d’arte: Giotto, Masolino, Donatello, Michelangelo, Tiziano, Vasari, Caravaggio. Opere di valore inestimabile che non possono - secondo il ministro dell’Interno - «essere tutte a disposizione dei turisti e dei cittadini in maniera gratuita».

LE ENTRATE
Per questa ragione, l’ufficio gestito dal Dipartimento per l’Immigrazione e le libertà civili, sta preparando un dossier, per capire quali iniziative adottare per rimpinguare le casse. Nello scorso anno circa 80 mila euro sono entrate con le riprese cinematografiche, la vendita dei cataloghi e il loan fee, il canone per il prestito dei quadri. Nel 2014, ad esempio, l’importo complessivo è risultato elevato, in quanto sono state prestate opere di enorme pregio, come due dipinti di Caravaggio e una scultura lignea di Michelangelo, che hanno consentito al Fec di recuperare la somma di 25.584 euro. E poi c’è stata la valorizzazione dei siti archeologici e museali, come le “Case romane”, ossia la domus sottostante la Basilica dei Santissimi Giovanni e Paolo al Celio in Roma, il tesoro e i mosaici della Cappella Palatina nel Palazzo dei Normanni a Palermo.
Insomma, un autofinanziamento attuato attraverso il rendimento del patrimonio di proprietà, e integrato da un contributo annuo statale. Sei milioni di euro che, dopo le rendite degli immobili, costituiscono la seconda fonte di finanziamento del bilancio. Qualcosa che ora il Viminale intende potenziare con nuove iniziative e interventi, a cominciare da quel ticket di ingresso per potere entrare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA