Festa del Cinema di Roma: Gli ultimi giorni di "Stanlio e Ollio" nella pellicola di Jon Baird

Festa del Cinema di Roma: Gli ultimi giorni di "Stanlio e Ollio" nella pellicola di Jon Baird
di Alessandro Di Liegro
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Mercoledì 24 Ottobre 2018, 21:11
L'entusiasmo di John C. Reilly e Steve Coogan, interpreti di “Stanlio & Ollio”, traspare nettamente durante la conferenza stampa, in cui improvvisano un vero e proprio spettacolo, con Reilly che mima numerosi sketch, tra microfoni usati a mo' di apparecchi acustici e bottigliette d'acqua che diventano telefoni improvvisati. “Stanlio & Ollio” di Jon S. Baird è il racconto degli ultimi anni di carriera di Stan Laurel e Oliver Hardy, quando nel dopoguerra giravano i teatri britannici per sbarcare il lunario, ombre di loro stessi: «È Il racconto del momento in cui hanno avuto problemi nella vita, anche di salute, alla fine della carriera, non avevano tanti soldi, si sentivano vicini alla morte – ha detto il regista – un periodo interessante da studiare».

«Ho scoperto che Oliver era un romantico, nel profondo del cuore – ha commentato John C. Reilly - avrebbe amato essere qui. Lui era un uomo che amava le donne, poesia, bellezza e cibo squisito. Io ho amplificato questi aspetti per creare questa personalità a teatro, che aspira a essere gentiluomo romantico e c'è questa persona (indica Steve Coogan che interpreta Stanlio) che gli crea casini in questo istante».

Entrare nel personaggio di Stanlio, per Coogan è stato abbastanza semplice, vista l'ammirazione che ha da sempre per la figura di Laurel: «Io facevo l'imitazione di Stanlio e quando potevo andavo a scuola vestito come lui. Quando facevo l'imitatore anni fa, da ragazzi, mi esercitavo davanti allo specchio ed è stato un nocciolo su cui costruire tessere e fare altre cose».

Per “entrare” nell'ultima parte della vita di Laurel e Hardy, quando si è costruita una vera e propria amicizia tra i due, il regista Jon Baird ha ricostruito quei momenti attraverso i racconti dei parenti, le lettere dei fan, e i ricordi dei colleghi più vicini a loro: «Ogni volta che costruisci un film su cose vere, su fatti accaduti, è come un puzzle, dove hai piccoli pezzi e quelli che non hai e che mancano li crei tu – afferma Baird - Non è sorprendente sapere che Stanlio e Ollio erano molto vicini. Stanlio lavorava molto, Ollio voleva andare al ristorante, a giocare a golf e aveva altri interessi. Da vecchi andavano in tour assieme ed è lì che si è cementata l'amicizia».

Il film, si sussurra, sarà tra i candidati all'Oscar in diverse categorie, grazie anche alla perizia di Reilly e Coogan che hanno reso umani due personaggi che il pubblico è solito guardare al cinema o in televisione, sottolineandone l'umanità e la purezza, l'amicizia e la condivisione di due persone – prima di due attori – che si rendono conto di una fine che sta pian piano arrivando, sia professionale che delle loro vite: «In qualche modo, è la storia di due uomini, della loro amicizia affettuosa e platonica protratta per anni – conclude Coogan - La nostra storia riguarda due dei più famosi comici al mondo. Nel modo in cui mettiamo in scena il duo c'è il residuo della comicità che c'è sullo schermo, una sovrapposizione, un pochino di loro nella vita privata».
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