La fantasia e la creatività dei ragazzi sono state messe a dura prova, con l’intento di realizzare progetti concreti che sono stati discussi ieri, al termine delle ventiquattro ore, davanti a una giuria specializzata, in un vero e proprio “pitch” in cui l’idea è stata mostrata attraverso slide, video e nella loro creazione pratica. Non solo ingegneri, ma anche designer, programmatori si sono incontrati per affrontare le challenge. Il più piccolo, Federico, ha 12 anni ed è alla sua seconda partecipazione. L’anno scorso si è persino classificato secondo con il suo team, che ha vinto un assegno di 1000 euro. Già, si vince anche qualcosa: le prime tre posizioni, ovvero le tre migliori idee, guadagnano un assegno dai 700 ai 1300 euro.
I primi due avranno la possibilità di partecipare alla selezione globale del Nasa Space Apps Challenge, sfidando persone dal mondo con l’obiettivo di approdare a Cape Canaveral, premio finale per i migliori di ogni categoria. A vincere è stato il team dei Mad scientist che hanno approntato HelpQuake, un’applicazione che permette alle persone che vivivono in aree a rischio di ricevere informazioni dai satelliti Nasa per essere avisate in tempo in caso di cataclisma: «L’app manda un alert con dettagli su comportamenti, su cosa portare via e la mappa dei luoghi di ritrovo», spiega Mattia Merra, portavoce del team. A salutare i ragazzi l’astronauta Luca Parmitano, al lavoro per la sua prossima missione Beyond, alla Stazione Spaziale Internazionale: «La paura si combatte con conoscenza. Nella vita più si sa e meno si ha paura. La conoscenza è la luce che illumina qualsiasi cosa», ha detto in collegamento video.
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