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di Enzo Vitale

Dal Sole in scatola di montaggio di Viganella, alla finta Luna di Chengdu: e il buio non esiste più

Dal Sole in scatola di montaggio di Viganella, alla finta Luna di Chengdu: e il buio non esiste più
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Domenica 21 Ottobre 2018, 21:56 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 18:15
Ci sono paesi dove in inverno il Sole non scalda  mai le piazze. Luoghi dove l'ombra regna sulla luce per un'intera stagione. Famoso il caso di Viganella, la cittadina della Valdossola dove i monti impediscono al Sole di far arrivare i suoi raggi.
E così il paesino resta in ombra per quasi tre mesi, da novembre a febbraio. Ma l'estro dei valligiani non si è dato per vinto e così Viganella si è costruito da ormai più di dieci anni il suo piccolo Sole: un pannello di 40 metri quadrati del peso di circa 11 quintali che in quei maledetti 83 giorni cattura la luce del Sole e la riflette sulla piazza del paese.
Più a Nord, in Norvegia, c'è Rjukan, un villaggio di 3.500 abitanti che, invece, di specchi ne ha montati tre.
 

(La piazza di Viganella illuminata dallo specchio posizionato sul monte)

Tutto questo per dire che ora la Cina, che in ambito tecnologico sembra non impallidire davanti a nessuno, vuol fare ancora di più: altro che l'illuminazione notturna di un paesino......
Entro il 2020, infatti, gli abitanti della città di Chengdu (circa 14 milioni di abitanti con un'area 10 volte quella di Roma) potrebbero vivere eternamente senza la notte. L'idea è quella di inviare in orbita una specie di Luna artificiale per illuminare la città 24 ore su 24. Per  adesso, però, del progetto non si hanno né i dettagli, né tantomeno i particolari. A parlarne è stato un giornale cinese, il  People’s Daily, che ha illustrato l'idea in linea di massima.
In estrema sintesi un satellite con a bordo un particolare specchio, molto potente, dovrà illuminare la città con una luce 8 volte maggiore di quella della Luna.

In attesa del lancio, previsto per il 2020, e della reale consistenza del progetto tecnologico, qualcuno beffardamente ha già detto la sua sul reale scopo dell'improbabile missione: l'invenzione di un buontempone per farci lavorare ancora di più.....
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