«Sei nero, vai a sederti in fondo». Razzismo sul bus a Trento

«Sei nero, vai a sederti in fondo». Razzismo sul bus a Trento
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Giovedì 18 Ottobre 2018, 12:43 - Ultimo aggiornamento: 20:05

Episodi di razzismo nel giro di pochi giorni nel Nord Italia, in Lombardia e in Trentino. E tutti e due nei confronti di giovani senegalesi che sarebbero stati picchiati e insultati per via del colore della loro pelle. A Trento un giovane su un bus è stato invitato ad alzarsi per il colore della pelle, a Morbegno un senegalese è stato picchiato mentre andava al lavoro. 

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Attorno alle 2, Mame Serigne Gueye, 28 anni, immigrato, che vive e lavora dal 2007 nel centro della Valtellina, stava recandosi in bicicletta al panificio dove lavora. Improvvisamente, questo il suo racconto ai carabinieri, mentre si trovava nella piazzetta del centro storico, è stato avvicinato da un gruppo di ragazzi i quali, forse ubriachi, lo hanno insultato per il colore della pelle e poi picchiato. Il senegalese, finto in ospedale per una contrattura al collo e alla spalla, ha sporto denuncia. Lo stesso, ha fatto uno degli italiani il quale, con una prognosi di sette giorni per essere stato colpito a un occhio, ha sostenuto di essere stato aggredito dal 28enne. Sulla vicenda sono in corso gli accertamenti dei carabinieri che, grazie anche alle riprese delle telecamere, sta cercando di capire l'origine del litigio. Il sindaco di centrodestra di Morbegno, ha cercato di gettare acqua sul fuoco. 
 

 

 

«La città - ha detto Andrea Ruggeri - è sempre stata ospitale con chi appartiene a etnie diverse. E sono diverse le iniziative a favore della piena integrazione. Se, invece, fosse veramente accaduta una cosa del genere la condanna è ferma, senza se e senza ma». L'altro episodio invece è di due giorni fa a bordo di un pullman Flixbus diretto a Roma e in partenza alle 22 da Trento. Una signora italiana di circa 40 anni, è il racconto di una studentessa di Ferrara postato su Facebook, avrebbe preteso che Mamadou, 25 anni, originario del Senegal, lasciasse libero il posto accanto a lei per spostarsi in fondo aggiungendo ad alta voce: «Sei di colore, sei di un'altra religione».

Vista l'insistenza della donna il giovane, che si era accomodato sul sedile che l'autista gli aveva indicato e che sarebbe pure scoppiato in lacrime, l'ha invitata a chiamare le forze dell'ordine, per far accertare il suo pieno diritto di essere su quel bus e occupare quel posto.
Dopo l'arrivo della polizia alla fine la questione si è risolta con 25enne che ha cambiato il posto. Mentre la Procura si dovrebbe occupare del caso, Flixbus Italia ha preso posizione. «Da sempre ci impegniamo a garantire a chiunque la possibilità di viaggiare e ricongiungersi coi propri cari, e così continueremo a fare».

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