Taverna, casa popolare alla madre: va restituita. Raggi: nessun favoritismo

Taverna, casa popolare alla madre: va restituita. Raggi: nessun favoritismo
di Simone Canettieri
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Mercoledì 10 Ottobre 2018, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 16:21

Può una casa popolare al Quarticciolo, periferia Est della Capitale nota per aver dato i natali al celebre Gobbo e a Paolo Di Canio, diventare un caso politico? Sì, se vi abita - senza averne più i diritti - la signora Graziella Bartolucci, 80 anni, e soprattutto mamma di Paola Taverna, vicepresidente del Senato in quota M5S, per autodefinizione «una der popolo». Peccato che, secondo la legge regionale, l'anziana abbia perso i requisiti per motivi patrimoniali per continuare a vivere in questo appartamento nel cuore della borgata.

Questo perché la figlia, Paola Taverna è proprietaria di 4/6 di un immobile a Olbia, «partecipato» con delle quote anche dalla stessa madre, nonché di un locale commerciale su via Prenestina e, soprattutto, di un appartamento a Torre Angela. E proprio qui, secondo gli ispettori Ater che hanno concluso l'indagine nel 2014, potrebbe tranquillamente portare sua madre. La storia - rilanciata da Repubblica - è finita a impattare, vuoi o non vuoi, sul Campidoglio. E cioè su Virginia Raggi, la sindaca grillina, in prima linea per gli sgomberi e da tempo in rotta con Taverna. Ma questo c'entra poco. «Sicuramente gli uffici - spiega la sindaca - faranno tutte le indagini e si seguirà la legge esattamente come per tutte le altre persone». E comunque, come aggiunge l'inquilina del Campidoglio, «la senatrice non ha mai bussato alla mia porta per chiedermi nulla. Ma nemmeno mi interessa la situazione patrimoniale della madre».
La specifica è di dovere, perché subito le opposizioni, da Fratelli d'Italia al Pd, sono andate all'attacco. Il deputato dem Luciano Nobili ricorda anche la storia di un altro senatore M5S, Emanuele Dessì, ormai celebre per aver abitato da «nullatenente» nonostante il lavoro di imprenditore in un'altra casa popolare a canone irrisorio (7 euro), ora rivisto. «Di scroccone in scroccone, evidentemente così si fa carriera nel #M5S, occupando case a cui non si ha diritto».
LA REPLICA
Taverna si giustifica su Facebook spiegando che «mia madre, che percepisce la pensione minima, pare non abbia più diritto all'alloggio» popolare in cui vive, lei «ha adito le vie legali perché ritiene di averne diritto». E ancora: «Io credo che mia mamma stia agendo bene e che una persona a 80 anni abbia il diritto di desiderare di morire nella stessa casa in cui è vissuta».
LA STORIA
La vicenda è complessa e intanto è finita a carte bollate. E si attende il verdetto del tribunale per fine anno. Il procedimento di decadenza dall'assegnazione dell'alloggio è partito a fine 2014, dopo accertamenti condotti dall'Ater di Roma, ente a cui appartiene la casa, secondo cui la signora non ne ha più diritto. Da quel momento sono passati 4 anni, tra controdeduzioni e carteggi, ma l'esito della vicenda appare ancora incerto, anche perché l'anziana ha fatto ricorso.
E alla diatriba legale si sovrappone quella tra palazzi sulle rispettive competenze. Ater ha messo nero su bianco che, da parte loro l'iter si è concluso con l'emissione del decreto di rilascio, attualmente impugnato dalla famiglia presso il Tribunale di Roma. È di esclusiva competenza «di Roma Capitale dar seguito con la firma dell'ordinanza di esecuzione da parte del sindaco».
Anche dal Campidoglio hanno spiegato di aver «emesso determinazione dirigenziale di decadenza» e che «contro tale atto è stato proposto ricorso al giudice ordinario» il quale «ha rigettato l'istanza di sospensione dell'esecutività del provvedimento, rinviando al mese di gennaio la discussione sul merito. Come da prassi, la polizia locale di Roma Capitale provvederà a fornire ove richiesto ogni supporto per l'esecuzione di decreti di rilascio. L'iter della procedura, portata avanti dagli uffici competenti, è come sempre uguale per tutti», la posizione del Campidoglio. La querelle va avanti. Taverna e Raggi, assicurano dal Comune, ieri non si sono sentite. Ma questa, visti i rapporti, non è una notizia.

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