Terremoto di 4.6 nel Catanese, tanta paura ma danni limitati

Terremoto di 4.6 nel Catanese, tanta paura ma danni limitati
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Sabato 6 Ottobre 2018, 06:46 - Ultimo aggiornamento: 18:37

Un violento boato, la terra che trema violentemente. È stata una notte di paura quella trascorsa in alcuni paesi alle pendici sud-ovest dell'Etna, interessati da uno sciame sismico con l'evento di maggiore energia alla 2:34, un terremoto di magnitudo 4.6 con epicentro a Santa Maria di Licodia ad una profondità di nove chilometri. 

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Una zona ad «alta pericolosità sismica interessata sia dall'attività dell'Etna sia da eventi di origine tettonica che possono raggiungere magnitudo elevata, come nel caso del 1818 quando si ebbe un evento di magnitudo pari a 6.3», ricordano gli esperti dell'Ingv che stimano in un primo momento il terremoto a una magnitudo leggermente superiore, 4.8. Ma alla casa che balla, ai muri che oscillano, al pavimento che ti trema sotto i piedi, ai calcinacci che cadono non ci si abitua, anche se vivi in una zona 'rossà. E così la notte scorsa è tornata la paura del terremoto: gente scesa in strada, pronta a trascorrere il resto delle ore fuori casa mentre arrivano le prime notizie di crolli di cornicioni, lesioni a case, antiche costruzioni abbandonate finite a terra, muri divelti. Danni importanti, ma ridotti per l'intensità dell'evento. 
 

 
 
Diverse decine di persone sono state medicati negli ospedali della zona per contusioni che si sono procurate cadendo durante la 'fugà o per gli attacchi di ansia creati da attacchi di panico. Una scena che si ripete a Santa Maria di Licodia, dove è crollato un cornicione dallo storico Palazzo Ardizzone, a Paternò e Biancavilla, dove calcinacci si sono staccati dalle chiese di Santa Barbara e di Santa Maria dell'Idria. La paura si è rovesciata anche sui social network, dove decine di persone hanno raccontato in presa diretta quello che stavano vivendo. «Mi sono svegliata e ho paura: voi come state?», scrive una giovane su Twitter. Uno commenta: «sembrava non finisse mai...». «Mi si è spostato il letto che era attaccato al muro, che paura incredibile...», posta un altro. 
 


E lo stesso sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, a invitare, sulla propria pagina di Facebook, a «non farci prendere dal panico» anche se «la scossa ha toccato tutti noi». L'evento è stato avvertito anche a Catania, soprattutto nei piani alti dei palazzi. Subito dopo la scossa sono scattati i soccorsi. Protezione civile, vigili del fuoco, polizia, carabinieri hanno eseguito decine e decine di sopralluoghi. Il Questore di Catania Alberto Francini si è recato nei comuni colpiti dal terremoto per vedere personalmente i danni, la cui conta ancora non è pronta. Ma i pompieri tracciano un primo bilancio provvisorio: «Fortunatamente i danni sono stati contenuti e limitati a vecchie abitazioni, cornicioni di chiese e muri di vecchie case in muratura». 
 
Un dato che si consolida nel pomeriggio con le dichiarazioni del governatore Nello Musumeci: «dai primi accertamenti non risultano danni alle persone, tranne pochi contusi, ma soltanto ad alcuni fabbricati nella zona fra Biancavilla e Santa Maria di Licodia».​​​

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Sono diverse decine le persone che la notte scorsa sono state medicate per contusioni in vari ospedali del Catanese.
Per la maggior parte le ferite, lievi, sono state provocate da cadute. Molti anche i casi di attacco di panico e di persone sotto choc. Tutte le persone medicate sono state dimesse.


«La scossa di terremoto avvertita attorno alle 2.30 ha toccato tutti noi. Non facciamoci prendere dal panico: a chi si trova fuori di casa, diciamo di evitare di restare in prossimità di balconi e, dunque, di abitazioni. Evitate soprattutto di girare per strada con le automobili». Lo scrive su Facebook Antonio Bonanno, sindaco di Biancavilla, uno dei comuni in provincia di Catania più colpiti dal terremoto di questa notte.



«Assieme a carabinieri, Vigili del fuoco, Polizia, Protezione civile, Polizia municipale e volontari, siamo per le strade di Biancavilla a monitorare la situazione», scrive il sindaco che, in un posto successivo, indica il numero da chiamare per eventuali segnalazioni di danni: «095.7711322: è il numero da chiamare per segnalare eventuali danni a strutture ed edifici. In questi frangenti mi trovo assieme ai vertici della Protezione civile regionale per effettuare un sopralluogo dettagliato a edifici pubblici, scuole e chiese della nostra città».

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