Maxine Carr, stanca di essere da anni vittima di abusi domestici, si era uccisa temendo che il suo ex compagno, Ivan Delgardo, le facesse ancora del male e le togliesse la figlia per portarla con sé nella natìa Spagna: e nel suo volo folle portò anche Yazmina per non lasciarla a una vita di violenze. Dimessa dall'ospedale, la piccola fu presa in consegna e allevata dai nonni paterni, Janet e Michael Howard, che oggi hanno 68 e 70 anni e che, a 15 anni di distanza hanno rivissuto lo stesso incubo del 2003: e stavolta a morire non è stata la nuora, ma quella nipote che avevano cresciuto con amore infinito e che consideravano il loro angelo, una ragazza "bella fuori e bella dentro". Lunedì sera intorno alle 22 il loro angelo è andato via nella maniera più inaspettata gettandosi da un ponte sull'autostrada M20 a Larkfield, nel Kent.
«Ho ricevuto un suo messaggio alle 21.23 di sera in cui diceva di stare bene - racconta Janet - È stato l'ultimo che ho ricevuto. Cosa sia accaduto nella sua mente da quel momento in poi non lo sapremo mai: non sappiamo cosa l'abbia spinta a uccidersi. Yazmina era una bella ragazza, dentro e fuori, una che non avrebbe mai fatto male a nessuno. Era molto emotiva, certo, e questo lo si può capire pensando al trauma subìto quando ha perso la mamma, ma sembrava aver superato i suoi incubi. Era forte. Ci chiamerebbe nonna e nonno, ma a volte le scappava di dire "mamma": era più una figlia che una nipotina per noi. Non fumava, non andava in discoteca, e quando beveva vino, si assicurava che fosse vegano perché amava gli animali e aveva a cuore l'ambiente. Ha studiato arte, matematica e multimedia ma era ancora incerta se continuare o no. Ha lasciato un vuoto enorme nella nostra vita».
In realtà Yazmina tanto bene non stava: una settimana prima aveva già tentato di uccidersi lanciandosi dallo stesso ponte: in quell'occasione il suo fidanzato la salvò trattenendola all'ultimo momento. Lunedì sera ci ha riprovato: e in quel momento non c'era nessuno a trattenerla. Spinta dagli incubi del passato? O semplicemente dalla paura che il suo fidanzato la tradisse, come ha ipotizzato qualcuno? Non si saprà mai. L'unica cosa certa è che dietro la sua apparente forza nascondeva una grande fragilità: le ferite di 15 anni fa non si erano mai rimarginate. Sul ponte sono stati deposti tantissimi omaggi floreali e tantissimi biglietti. Uno tra i tanti: «Tesoro, Yaz, ricorderemo per sempre le tue risate. Vorrei che tu sapessi quanto sei stato amata. Stai tranquilla, tesoro mio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA