Nave italiana nel Mediterraneo: «Salveremo migranti». Salvini: «Non arriverà qui»

Nave italiana nel Mediterraneo: «Salveremo migranti». Salvini: «Non arriverà qui»
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Giovedì 4 Ottobre 2018, 12:56 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 13:22

Parte da Augusta, in Sicilia, la sfida di associazioni e ong a Matteo Salvini. È salpata la notte scorsa, ed è già in acque internazionali, la nave Mare Ionio della missione Mediterranea, un ex rimorchiatore battente bandiera italiana che da oggi sarà una nuova voce nel Mediterraneo centrale, «dove ora vige il silenzio voluto dalle scellerate politiche dell'Italia e dell'Europa». L'obiettivo, spiegano i promotori dell'iniziativa, è quello di «testimoniare e denunciare le condizioni dei flussi migratori» ma «siamo pronti anche a salvare vite umane se servirà».

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Immediata arriva la replica di Salvini che avverte: «Fate quello che volete, prendete il pedalò, io sono democratico, andate in Tunisia, Libia o Egitto, ma in Italia nisba». Il ministro dell'Interno apostrofa l'imbarcazione definendola una «nave di scalcagnati dei centri sociali che va a prendere tre merluzzetti». Ma, a bordo di quella nave, non ci sono solo volontari ed esperti, ma anche rappresentanti delle istituzioni, come il deputato di Sinistra Italiana Erasmo Palazzotto, e del mondo della cultura, come la scrittrice Elena Stancanelli. «La nostra - spiegano i promotori durante la conferenza stampa a Roma - è un'azione di disobbedienza morale e di profonda obbedienza civile. Disobbediremo sempre a questa xenofobia ma obbediremo sempre alla Costituzione, al diritto internazionale e alle leggi del mare».

La missione opererà al largo delle coste libiche e durerà, in tutto, un paio di mesi. Una nave di 37 metri con bandiera italiana, attrezzata anche per il soccorso. «Opereremo sempre nel rispetto delle normative - assicura il board di Mare Ionio - auspichiamo che facciano altrettanto le istituzioni». L'iniziativa, resa possibile dal prestito concesso da Banca Intesa ad un'associazione di volontari, renderà pubblico giorno dopo giorno il racconto del mare attraverso il proprio sito web (mediterranearescue.org), dove si raccolgono anche donazioni per poter proseguire la missione.

Tra i sostenitori del progetto c'è anche il gruppo «I Corpi», nato dall'idea di Sandro Veronesi e al quale hanno aderito decine di registi, scrittori ed intellettuali italiani, come Paolo Virzì, Gabriele Muccino o Alessandro Bergonzoni. «C'è da salvare l'onore del nostro popolo e del nostro Paese disonorato dalla scelleratezza di contraddire una delle leggi naturali del Mediterraneo - spiega Veronesi -, un mare che uccide se non si danno garanzie di soccorrere chi ha bisogno». Da oggi, in quel mare, ci sarà un nuovo faro per illuminare un buio fin troppo letale.

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