Roma, soffoca la moglie e tenta il suicidio, il perito confessa: «Mi chiedeva di ucciderla»

Roma, soffoca la moglie e tenta il suicidio, il perito confessa: «Mi chiedeva di ucciderla»
di Marco Carta
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Domenica 30 Settembre 2018, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 13:41

«Da un anno mi chiedeva di ucciderla. E alla fine l'ho accontentata. Ho fatto quello che voleva». Ha ucciso sua moglie per non vederla più soffrire. L'ha soffocata con le sue mani per esaudire il suo desiderio più folle, che ripeteva in maniera quasi ossessiva ogni giorno, da circa un anno. È una storia di solitudine ed esasperazione quella che si è consumata venerdì pomeriggio in via Albalonga, a San Giovanni, dove Paola Adiutori, 66 anni, è stata trovata senza vita sul suo letto, soffocata dalle mani del marito, il 64enne Valter Pancianeschi, che subito ha confessato l'omicidio: «Sono stato io». Interrogato fino a tarda notte dal pm Vincenzo Barba, Pancianeschi ha ripetuto la stessa versione fornita poche ore prima ai carabinieri di piazza Dante, che avevano fatto irruzione nel suo appartamento: «Mia moglie soffriva di depressione da tempo - le parole del consulente informatico - La situazione era diventata insostenibile, soprattutto nell'ultimo anno. Non riuscivo a vederla soffrire. Stava sempre male e mi chiedeva di essere uccisa. L'ho strangolata con le mie mani». Avrebbe voluto uccidersi anche lui. Ma l'intervento dei carabinieri, da lui sollecitati con una telefonata («Ho ammazzato mia moglie, ora mi uccido»), ha evitato un epilogo ancora più tragico. I miliari, entrati nell'appartamento dopo aver sfondato la porta, lo hanno trovato con un coltello puntato alla gola accanto al corpo senza vita della moglie. L'uomo, che ora si trova a Regina Coeli, aveva preparato tutto, anche un biglietto: «Scusate, dovevo farlo. Non volevo vederla più soffrire».

IL MALESSERE
Una coppia sola, senza figli, pochi amici. Le poche uscite si erano ancora di più diradate da quando la donna, impiegata al ministero delle Finanze, era andata in pensione: «Passava interi periodi senza uscire di casa, anche settimane». Da quando aveva smesso di lavorare Paola era caduta in una profonda depressione che cercava di contrastare con il sostegno di uno specialista, che nelle prossime ore verrà ascoltato. Recentemente Paola aveva subito un piccolo intervento alla pancia, «nulla di grave», ammette il marito che, tuttavia, ricorda come la degenza fisica avesse ingenerato nella donna uno stato d'ansia, che aveva travolto anche lui. La moglie accusava continui malori allo stomaco.

La confessione del marito è ritenuta attendibile dagli inquirenti, anche se da verificare. I primi testimoni, un fratello della vittima, sono già stati ascoltati, mentre nelle prossime ore saranno fatti ulteriori accertamenti, anche sulla situazione clinica della donna, prima del decesso. Sabato mattina il pm Barba ha chiesto la convalida d'arresto nei confronti dell'uomo, per il quale, almeno per il momento, non verrà richiesta una perizia psichica. Pancianeschi, accusato di omicidio volontario, è ritenuto capace di intendere e di volere. Mentre sarà disposto un esame biologico sulla donna per verificare l'eventuale assunzione di farmaci. Sul suo corpo non sono stati trovati segni di lesioni o di strangolamento.

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