Due compagnie italiane al Festival mondiale della Marionetta di Cartagine, dal 22 al 29 settembre

Due compagnie italiane al Festival mondiale della Marionetta di Cartagine, dal 22 al 29 settembre
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Mercoledì 19 Settembre 2018, 17:11
L’Opera dei Pupi di Palermo e la Compagnia Sofia Amendolea di Roma rappresenteranno l’Italia al Festival Mondiale della Marionetta che si terrà dal 22 al 29 settembre al Teatro Nazionale delle Regioni di Cartagine, in Tunisia. In programma 70 spettacoli e oltre 20 Paesi partecipanti da tutto il mondo. Lo spettacolo GEA The Epilogue, regia di Fabio Omodei, sarà l'apertura di uno dei festival internazionali più importanti che mettono in scena le migliori produzioni mondiali di teatro dei burattini e di figura. Poi sarà la volta di quello che è considerato il patrimonio del teatro italiano ovvero l’Opera dei Pupi di Palermo con lo spettacolo Orlando e Rinaldo VS Nofrio e Virticchio dell' Associazione per la Conservazione delle Tradizioni Popolari, Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino. L’Opera dei Pupi di Palermo presenterà un ospite italiano molto speciale per le giornate di studi internazionali, ovvero Rosario Perricone, direttore del Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino di Palermo.

Il festival si propone di promuovere il teatro delle marionette in Tunisia, valorizzare l’esperienza tunisina nel campo e stabilire reti tra gli attori del settore, le strutture e gli eventi di burattini di tutto il mondo.
A presentare l'evento la direttrice del festival, madame Habiba Jendoubi, marionettista da oltre 40 anni.
«La nostra tradizione dei burattini nasce da influenze straniere come quella turca, siciliana e francese - dice - Il teatro dei burattini in Tunisia nasce nel XVI secolo per quanto riguarda il teatro delle ombre e il suo famoso personaggio Karakouz. E subito dopo sotto l’influenza dalla Francia venne Guignol. La Tunisia conobbe poi, ancora nell'Ottocento un terzo tipo di teatro delle marionette, l’Opera dei Pupi, i cui protagonisti sono marionette provenienti direttamente dall’Italia, in seguito all'immigrazione di massa dei siciliani che hanno mantenuto questa tradizione cara alla loro isola».
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