I tassi di interesse sfidano ancora una volta le leggi del mercato e segnano l'ennesimo ribasso: 1,80% il tasso medio fisso (era 1,82% il secondo trimestre) e 0,79% quello variabile (stabile dal maggio scorso). In calo anche le migliori offerte, con tassi fissi da 1,20% e variabili da 0,33% per la durata di 20 anni.
A segnare un nuovo primato nelle rilevazioni di questo terzo trimestre del 2018 c'è ancora una volta la domanda di mutui a tasso fisso, cresciuta di quasi un punto percentuale e arrivata a occupare l'83,4% del campione rilevato. Ancora più elevata la quota del fisso nelle erogazioni, che raggiungono l'86,9%.
Un terzo delle richieste di mutui (33,2%) sono per piani di ammortamento di 20 anni, una durata che consente di ottenere condizioni ancora vantaggiose sul finanziamento. Un buon 21,8% della domanda è per durate tra i 30 e i 40 anni, peso che si riduce al 17,9% nelle erogazioni.
L'importo prevalente, sia dal lato della domanda che da quello dell'offerta, è l'intervallo tra i 50 mila e i 100 mila euro ma un buon 34,2% di erogazioni sono per somme comprese tra i 100 mila e i 150 mila euro. L'importo medio si mantiene stabile intorno ai 125 mila euro e consolida la sua risalita rispetto ai minimi del 2015.
Le domande di mutuo arrivano principalmente da soggetti che risiedono nel Nord Italia (41,4%), hanno dai 36 ai 45 anni (43,3%), un impiego fisso (82,9%) e un reddito tra i 1.500 e i 2.000 euro (36,9%). Abbastanza allineati i dati dal lato delle erogazioni, con qualche scostamento sulle percentuali. Il 50% è del Nord, ha un'età tra i 36 e i 45 anni (44,1%) e un lavoro a tempo indeterminato (85%). Coincide quasi completamente il dato sulla classe di reddito di chi riceve un mutuo, che nel 36,7% dei casi ha uno stipendio tra i 1.500 e i 2.000 euro.
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