«Io pago perché non voglio avere problemi», la rete dei politici al servizio di Scarpellini

Il sindaco di Ponzano Enzo De Santis
di Michela Allegri
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Mercoledì 19 Settembre 2018, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 11:25

Assegni, finanziamenti, case nel centro di Roma concesse in comodato d’uso gratuito a politici di diversi schieramenti. «Pago io», perché «non voglio avere problemi», era il leitmotiv dell’imprenditore Sergio Scarpellini che, subito dopo l’arresto per corruzione avvenuto nel dicembre 2016, ha fornito agli inquirenti la lista dei politici che aveva “comprato” a suon di gentilezze. Sono le intercettazioni raccolte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma a raccontare quei rapporti illegali, quei finanziamenti alle squadre di calcio nei comuni di Capena e di Ponzano che, per la procura, erano il prezzo della corruzione. Racconta dell’appartamento dato in comodato d’uso a Mirko Coratti, presidente del consiglio comunale targato Pd: «Gli ho concesso in uso gratuitamente da circa 8 anni un appartamento a Piazza Cavour e ultimamente non sono riuscito a venderlo, proprio perché non era ancora stato liberato». Circostanze confermate dalle intercettazioni. Nel 2016, Scarpellini chiama in continuazione l’allora consigliere regionale Gianfranco Zambelli, che era dello stesso partito di Coratti: «Senti mi fai chiamare da Mirko, perché sennò io mò levo questo appartamento».

Ci sono poi i pagamenti in favore della società sportiva di Capena, fatti dopo le pressanti richieste del consigliere comunale Dario Sestili e dell’ex sindaco. È il 19 maggio 2016, Scarpellini è in ufficio insieme al politico, gli chiede se vuole «l’assegno o il bonifico», l’interlocutore gli dice che «va bene anche l’assegno». Chiama poi un suo socio, «dice che è in compagnia del suo amico». Sestili replica «che martedì gli porta tutto il progetto». Poi, entra in ufficio il collaboratore di Scarpellini: «Ecco qua l’assegno», dice, e si allontana. Interrogato l’imprenditore chiarisce: «A Capena ho un terreno dove sono state avviate le operazioni di costruzione di un polo logistico. Al Comune mi conoscono un po’ tutti, ho provveduto a versare, tramite bonifico, 30.000 euro poiché io ho interessi in quel Comune e non voglio avere problemi».

PONZANO
Scarpellini parla poi di Ponzano, dove ha finanziato per anni la squadra di calcio: «Il contratto di sponsor serviva solo per giustificare la dazione di denaro» in favore del primo cittadino, dice l’imprenditore. Sono proprio le intercettazioni con il sindaco Enzo De Santis quelle più eloquenti. Per il gip, in questo caso il «mercimonio» della funzione pubblica è palese. Le richieste di «aiuti economici» da parte del pubblico ufficiale sono continue. Il 30 maggio 2016, per esempio, Scarpellini riceve in ufficio De Santis, che gli chiede «un aiuto per il completamento del pagamento di due pulmini acquistati al prezzo di circa 60mila euro». Il dialogo è eloquente. «Tu con 60 sei più tranquillo?», chiede il costruttore. «Con 60 mi pago i pulmini», risponde il sindaco. «Tranquillo io i 60 te li do», conclude Scarpellini. De Santis si giustifica in continuazione: «Sto proprio in mezzo ai guai». «Dagli una sessantina di mila», dice Scarpellini a un suo collaboratore. Il 3 giugno i due parlano delle modalità di consegna dei soldi: «Senti, praticamente come te li devo dare?», chiede il costruttore. «Come ti pare a te, come ti pare a te», risponde il sindaco. Scarpellini propone un pagamento da 15mila euro, ma De Santis non si accontenta: «Se mi puoi dare di più sarebbe meglio».

Il 13 luglio 2016 De Santis aspetta altri soldi: «Soffri qualche giorno, capito?», gli dice l’imprenditore. Qualche giorno dopo, il sindaco dice a Scarpellini di aver lavorato per permettergli «di costruire fino al 50 per cento in più» su un terreno. L’imprenditore è soddisfatto. Il sindaco, allora, fa l’ennesima richiesta: «Senti Sergio, ti volevo dire, in attesa del quattro tu non puoi mollare qualcosa?».
 

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