Rieti, negozi aperti la domenica:
le esigenze sono divergenti
I pareri di vescovo,
sindacato e imprenditori

Supermercato
di Daniela Melone
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Mercoledì 12 Settembre 2018, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 13:11
RIETI - «Tutelare il riposo domenicale è un valore indiscutibile e oggi ancora più necessario». Parla così il vescovo di Rieti, Domenico Pompili che, conscio della situazione concreta che evolve di continuo, aggiunge: «Mettere in pausa gli esercizi commerciali alla domenica e lasciare che la piattaforma on-line continui indisturbata a lavorare vuol dire danneggiare il commercio di piccoli esercizi che rischiano di perdere quote di mercato e personale lasciato a casa. Per questo, in attesa che venga regolamentato l’e-commerce, è bene optare per una turnazione oraria che consenta di non perdere posti di lavoro e, nello stesso tempo, consenta al lavoratore di stare coi propri cari». La necessità, per i lavoratori, di riprendersi il tempo all’interno della dimensione familiare è un altro tema sul quale ragionare. «Il nodo vero, quanto alla famiglia, è una seria politica fiscale e sociale che da noi in Italia non decolla mai, nonostante dichiarazioni di principio e promesse solenni - aggiunge Pompili. - La famiglia, che resta la matrice della società e la camera di compensazione di tanti squilibri, deve essere fatta oggetto di una serie di misure che l’avvantaggino, mentre per ora resta una cenerentola, affidata solo alla buona volontà di tanti». L’abuso del lavoro domenicale necessita di nuove regole. Ne è convinto Marco Palmerini, segretario di Cisal Rieti, per il quale non sarà semplice trovare un equilibrio tra tutela dei lavoratori e interessi delle imprese. «Fondamentale - osserva - dovrà essere la centralità dei lavoratori, con l’implicito rispetto dei diritti che scaturiscono dalla dignità delle persone. Non trascurabile è anche il diritto delle ditte a fare impresa e di conseguenza profitto». Palmerini auspica nuove regole attente alla centralità dell’essere umano: «La domenica - prosegue - è dedicata al recupero psico-fisico e alla famiglia. Il riposo potrebbe coincidere con qualsiasi giorno, però sfido chiunque ad affermare che godere del giorno libero quando i figli sono a scuola, amici e parenti sono a lavoro, non poter organizzare attività sociali, ha la stessa qualità e ristoro del riposo domenicale».

GLI OSTACOLI
La legge che impone lo stop la domenica e nei giorni festivi delle aperture agli esercizi e ai centri commerciali è definita «un passo indietro» da Claudio Cecchetelli, direttore del centro commerciale Perseo, che invita a considerare i posti di lavoro che verrebbero meno in un territorio come il nostro. «Serve un maggior controllo dei contratti, che vanno rispettati - spiega. - Contratti che prevedono, per chi lavora la domenica, due giorni di riposo nella settimana successiva e un incremento di salario per le ore lavorate la domenica e poi determinati tipi di contratto, come quelli a tempo indeterminato, andrebbero detassati. Il proibizionismo non è la via se vogliamo far crescere l’economia». Ma restare aperti conviene? «I fatturati sono sempre incrementati - ricorda Cecchetelli. - Per tanti mesi all’anno i centri commerciali sono visti anche come luogo d’incontro, fino ad oggi ne è valsa la pena». Cecchetelli incontra periodicamente i titolari dei negozi che fanno capo ai due centri commerciali che dirige, a Rieti e Perugia. «Loro conclude - potrebbero anche essere favorevoli a una chiusura domenicale, purché tutti restino chiusi. Ma con l’esenzione per le città turistiche, come Roma, e la grande distribuzione a due passi, c’è il rischio di allontanare le vendite da Rieti e di perdere posti di lavoro».
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