Ma basta ascoltare i protagonisti della distribuzione per capire che non c'è unanimità di consensi sia pro che contro alla chiusura festiva. La linea di divisione riflette un profilo del settore assai complesso: cosa succederebbe, ad esempio, per i negozi dei centri turistici? E se ci fosse una deroga per le aree turistiche, una grande città è turistica fino a che distanza dal centro?
Forse anche per questo la Confcommercio mostra cautela. Dice Enrico Postacchini, dirigente Confcommercio: «Ridiscutere con atteggiamento non ideologico il ruolo della distribuzione è un primo passo condivisibile». Invece schierata a difesa dell'attuale regime di libertà totale é Confimprese, l'associazione dei negozi in franchising (300 marchi, 30.000 punti vendita con 600.000 addetti). «Una follia chiudere la domenica - dice il presidente Mario Resca - Nella nostra nicchia entrerebbero in area rischio almeno 400.000 persone».
A sorpresa anche fra le catene dei supermercati, in teoria le imprese più favorite dalle aperture domenicali, i pareri non collimano.
DIVISIONI TRASVERSALI
«Serve equilibrio fra le varie esigenze», sottolinea Stefano Bassi, presidente dell'associazione delle Coop di consumo. Mentre Francesco Pugliese, amministratore delegato dei supermercati Conad, è già sulle barricate. «La Gdo, la grande distribuzione organizzata ha circa 450.000 dipendenti - dice - La domenica è il secondo maggior giorno di vendite e incide per il 10% dei ricavi. Se si riduce l'orario di apertura dei supermercati - senza contare gli altri negozi - sarà inevitabile ridurre la forza lavoro, probabilmente nella misura di 40/50 mila posti». Secondo Claudio Gradara, presidente della Federdistribuzione, l'associazione delle imprese di distribuzione, l'accanimento contro le aperture festive è inspiegabile. «Ogni domenica - spiega Gradara - oltre 12 milioni di italiani si servono di un negozio. E' un successo popolare». Di avviso opposto la Chiesa da sempre favorevole al non lavoro domenicale e anche i sindacati dei dipendenti anche se il festivo viene pagato meglio. Sullo sfondo un convitato di pietra: il commercio on line. Che - fonte Istat - è già in pieno boom: + 13,6% in un anno.
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