Pd, giovani contro grandi: la guerra delle due feste

Pd, giovani contro grandi: la guerra delle due feste
di Simone Canettieri
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Giovedì 6 Settembre 2018, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 09:04
Almeno noi potremo esporre la nostra bandiera senza multe» se la ridono i giovani democratici. Ovvero la costola verde del Pd che da lunedì si darà appuntamento al Parco Ionio. Il riferimento alla bandiera è presto detto: lo scorso luglio è andata in scena la Festa dell’unità di Roma, specchio del partito: pochi intimi e morale abbastanza sotto i tacchi. Il luogo prescelto è stata un’ala dell’ ex dogana di San Lorenzo, piazza della movida romana molto affollata nei fine settimana. Da una parte c’era il Pd, dall’altra la serata normale con drink e musica.

L’accordo con i gestori dell’area proibiva al Pd di esporre le bandiere dopo le 21, per non “spaventare” gli altri avventori dell’ex dogana, che magari davanti a un brand del genere avrebbero potuto girare i tacchi e andarsene. Il partito ha accettato questa clausola non proprio identitaria e la festa dell’Unità si è conclusa nell’anonimato. Ora ci riprovano i giovani (la kermesse si chiama “Battiti”), che non avevano partecipato a quella dei grandi perché in polemica. Motivo del litigio: la gestione del bar e gli stand dati in gestione. E così sono partiti il boicottaggio, la rottura e adesso la rivincita («Vedrete quanti ospiti porteremo, noi»). Ecco, da queste venti righe si capisce perché al Pd manchino almeno venti punti. 
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