La vicenda risale al novembre del 2014 quando dopo un periodo di “sperimentazione” il comune di Padova, sotto la guida dell’allora sindaco Massimo Bitonci, oggi sottosegretario all’Economia, aveva deciso di attivare l'autovelox, gestito dalla società Aps holding (controllata dalla stessa amministrazione). Il successivo 9 dicembre il sistema di rilevazione della velocità fu revocato e furono cancellate tutte le violazioni (circa 70mila) riscontrate nei circa 40 giorni precedenti. La revoca del servizio ordinario, scrive ancora il Gazzettino, fu firmata dalla Ferretti, ma la Corte dei conti ha accertato che fu Paolocci a volere quel provvedimento e a farlo firmare alla vice, nonostante fosse già cessata dall’incarico. L’allora comandante della Polizia municipale si è difeso negando la sussistenza di alcun danno per le casse del Comune e che il sistema di autovelox era viziato da numerose irregolarità. Ma i giudici amministrativi lo hanno invece condannato al mega-risarcimento.
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