Formula 1, René Arnoux: «Gli ordini di scuderia sono leciti, ma si danno con troppa arroganza»

Formula 1, René Arnoux: «Gli ordini di scuderia sono leciti, ma si danno con troppa arroganza»
di Claudio Russo
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Martedì 4 Settembre 2018, 10:55
René Arnoux, francese, dodici stagioni in F1, ha corso con cinque scuderie: Martini, Surtees, Renault, Ferrari e Ligier. Ha ottenuto solo 7 vittorie in 149 GP ma è partito ben 34 volte in prima fila, con 18 pole position. Indimenticabile il suo duello con Gilles Villeneuve, lui sulla Renault, il canadese al volante della Ferrari a Digione nel 1979. La gara andò a Jabouille ma loro diedero spettacolo negli ultimi tre giri quasi sempre appaiati, scambiandosi le posizioni, prendendosi più volte a ruotate. Alla fine Gilles prevalse per 24 millesimi. Ora René è un fortunato imprenditore ma ha sempre le corse nel sangue e le segue passione.
Cosa ne pensa del GP d'Italia?
«Dico che la Ferrari e Vettel hanno buttato via una grande occasione, a partire dalla qualifica di sabato. Sebastian e la squadra avrebbero dovuto fare di tutto per partire davanti, ma hanno sbagliato, lasciando la scia a favore di Raikkonen». 
Ma i problemi sono nati al via, quando il tedesco ha urtato Hamilton...
«Errore molto grave. Avrebbe dovuto evitarlo. Perdere tutto al primo giro è sempre una colpa, soprattutto quando si lotta per il Mondiale. È dall'inizio del campionato che la Ferrari è forte in tutti i circuiti. Vettel aveva l'assetto e la velocità per recuperare anche se si fosse trovato terzo dopo poche curve».
La squadra italiana avrebbe dovuto imporre una strategia ai suoi piloti per la partenza?
«Come ha detto Arrivabene è difficile gestire una situazione simile. Avrebbero dovuto pensarci prima».
Gli ordini di scuderia sono accettabili?
«Diciamo che non sono sportivi al 100 per cento. A me non sono mai piaciuti. E mi sono sempre rifiutato di rispettarli. Una volta la Renault mi chiese di far passare Prost e io non accettai. Ma avevo un contratto alla pari con Alain e avevo ancora la possibilità matematica di vincere il Mondiale. Se di fatto sei una seconda guida è quasi impossibile non rispettarli».
Per molto tempo questo tipo di decisioni sono state mascherate, ora sono plateali.
«È vero. E per questo motivo sono ancora più fastidiose. Però sono in ballo troppi interessi e succede spesso che dai box usino un radiocomando per i piloti. Sarebbe meglio farlo con meno arroganza. Bottas non poteva assolutamente rifiutarsi, anche perché è lontano in classifica dal compagno di squadra. Lo stesso vale per Kimi».
Hamilton contro Vettel: a questo punto chi vincerà?
«Se Sebastian continua a regalare punti gratis, sarà impossibile per lui conquistare il titolo. Sulla carta ce ne sono ancora molti in palio. Ma non dovrà più commettere errori e avrà bisogno dell'aiuto di Raikkonen».
Chi è il migliore dei due?
«Lewis, lo abbiamo visto tutti, ha un gran talento e ha meno da perdere. A questo punto sente soltanto la pressione necessaria per vincere le gare ed è maturato tanto negli ultimi due anni. Sebastian è molto veloce, ma mi sembra un po' più vulnerabile sul piano psicologico ed emotivo. Guida una Rossa e la responsabilità è enorme. Comunque ha già dimostrato ampiamente di essere capace di lottare. Anche se l'inglese con 30 punti di vantaggio è favorito, io faccio il tifo per lui e per la Ferrari».
Claudio Russo
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