Dal momento della ricezione del fascicolo il collegio del Tribunale avrà novanta giorni, compiute le indagini preliminari e sentito il procuratore di Palermo, per decidere con decreto non impugnabile l'archiviazione oppure la trasmissione al procuratore della Repubblica perché chieda l'autorizzazione a procedere al Senato nei confronti di Salvini. Il Senato, sulla base dell'istruttoria fatta dalla giunta, può negare, a maggioranza assoluta, l'autorizzazione ove reputi, con valutazione insindacabile, che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico. In caso di autorizzazione a procedere, invece, la procura palermitana chiederà il giudizio al gup. Il reato contestato al prefetto Piantedosi è strettamente correlato a quello mosso a Salvini, in quanto esecutore dell'ordine di impedire lo sbarco.
I tre giudici del Tribunale dei ministri di Palermo a occuparsi del procedimento sono Fabio Pilato, che da giudice tutelare per anni ha lavorato a stretto contatto con il tema dei migranti; Filippo Serio, gip proveniente dal Tribunale del Riesame, che in passato si è occupato dell'inchiesta per le «spese pazze» all'Assemblea regionale siciliana; Giuseppe Sidoti, magistrato della sezione fallimentare, che qualche mese fa rigettò l'istanza di fallimento del Palermo calcio avanzata dalla Procura.
Intanto cento dei 139 migranti ospitati nell'hotspot di Messina dopo essere sbarcati dalla nave Diciotti, sono partiti per il centro di accoglienza di Rocca di Papa (Roma). Gli altri 39 sono rimasti nell'hotspot in attesa di essere trasferiti in Albania e Irlanda, che hanno dato la disponibilità ad accoglierli. I due bus privati, scortati dalla polizia, sono arrivati all'imbarcadero di Messina e sono 'salitì su un traghetto della Caronte per attraversare lo Stretto fino a Villa San Giovanni (Reggio Calabria); da Rocca di Papa saranno poi assegnati alle varie diocesi cattoliche che ha dato disponibilità all'accoglienza.
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