La moglie non gli stira le mutande e lui la picchia
Il giudice: «Può restare a casa»

La moglie non gli stira le mutande e lui la picchia Il giudice: «Può restare a casa»
di Gianluca Lettieri
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Martedì 28 Agosto 2018, 09:31
Prende a pugni la moglie perché non gli stira i boxer. L’ultima storia di violenza domestica arriva da Chieti. Venerdì scorso la polizia aveva allontanato d’urgenza un marito manesco dalla casa familiare, ma ieri mattina il giudice Luca De Ninis non ha convalidato la misura cautelare. Significa che l’uomo, un operaio albanese di 36 anni indagato per maltrattamenti, è libero di tornare nell’appartamento dove vive con la donna e i figli di nove e tre anni.

«Per adottare il provvedimento mancavano sia la flagranza che la quasi flagranza del reato - spiega l’avvocato Marco Cozza -. Inoltre non sono stati riscontrati gravi indizi di colpevolezza». L’episodio è avvenuto in un’abitazione del quartiere Santa Barbara. Tutto è nato per un banale litigio legato alla vita di coppia. Mentre la moglie, coetanea e connazionale, era impegnata nelle faccende domestiche, l’uomo pretendeva che gli stirasse subito un paio di mutande. «Aspetta un attimo, finisco prima di fare quello che ho iniziato, non sono la tua schiava», ha risposto la donna. A quel punto lui ha cominciato a offenderla pesantemente e, alla presenza dei figli piccoli, l’ha aggredita con più pugni alla nuca, come dimostrano i sette giorni di prognosi.

La donna, spaventata, ha chiesto aiuto al 113. Sul posto sono arrivati i poliziotti della Squadra volante, diretti dal vice questore aggiunto Antonello Fratamico. Gli agenti hanno accertato che non si trattava di un episodio sporadico, perché la donna aveva più volte denunciato aggressioni da parte del marito. Non solo: in passato sarebbe stata scacciata di casa insieme ai bimbi. Dopo l’autorizzazione del pm Giuseppe Falasca, «al fine di tutelare l’incolumità familiare», il 36enne è stato allontanato. Ma, dopo la decisione del gip, l’albanese è potuto rientrare a casa. «È stato un episodio singolo - ha detto durante l’interrogatorio -. Io mi sono difeso perché lei mi ha tirato contro il ferro da stiro bollente, come dimostrano l’evidente bruciatura che ho riportato sul torace e una più piccola sul braccio».
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