Laureata in semiotica con una tesi sulla narrazione delle fiabe, già mentre studiava Miriam Dubini ha scritto e recitato per il teatro ragazzi nella compagnia teatrale Ditta Gioco Fiaba. Negli anni successivi ha collaborato con Disney, Mattel ed Edizioni BD nell'ambito della narrativa e dei fumetti, e con Art Attack nell'invenzione e realizzazione di giochi con materiali di riciclo.
Poi - come si legge nel suo curriculum - dopo aver scritto spettacoli circensi per Ambra Orfei è migrata a Londra, dove ha inventato la sua prima saga fantasy, dedicata alla streghetta più disordinata della storia: Leila Blue. Trasferitasi a Roma, ha scritto un film per ragazzi (IIF di Fulvio Lucisano), una dozzina di libri per i più piccoli (Battello a Vapore, Giunti) e una trilogia per adolescenti: Aria (Mondadori) dedicata alla sua
più grande passione: la bicicletta.
«L'avventura è un bisogno primario, come l'acqua e il cibo», disse presentando il suo romanzo «Polvere nera», pubblicato quest'anno da Solferino, «e avendo più bisogno di avventura degli adulti, i ragazzi dimostrano di essere più vivi degli altri». E lei stessa - ricordano oggi in Bonelli - inseguiva le avventure di cui avrebbe poi scritto, pedalando in giro per l'Italia in sella alla sua bicicletta. «Un libro, come una bici - scriveva lei sul suo sito - ti porta dove vuoi. Su strade inventate per lasciarti senza fiato».
© RIPRODUZIONE RISERVATA