Crollo dl ponte a Genova, dai parenti delle vittime partono le prime denunce

Crollo dl ponte a Genova, dai parenti delle vittime partono le prime denunce
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Sabato 18 Agosto 2018, 20:07 - Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 12:48

Le prime denunce arrivano nel giorno del lutto in cui l'intera Genova si ferma, trattiene il respiro, si commuove. Non si ferma però il lavoro della procura genovese che indaga sulle cause del crollo di Ponte Morandi. E se dall'esterno palazzo di giustizia sembra deserto nell'ultimo week end ferragostano, dentro c'è chi lavora perché il tempo, in questo momento, è una variabile fondamentale.

Mentre da Napoli arriva la notizia di una denuncia contro ignoti depositata proprio in Procura a Genova dall'avvocato Antonio Cirillo, su incarico di due delle quattro famiglie dei ragazzi di Torre del Greco (Napoli) deceduti nel crollo del ponte mentre si recavano in vacanza a Barcellona, Giovanni Battiloro (29 anni) e Matteo Bertonati (26), la polizia giudiziaria va avanti con le acquisizioni sia di tipo penale che di tipo amministrativo. Sono due i pool investigativi incaricati dalla procura (squadra mobile e guardia di finanza) e due i profili investigativi che la procura persegue: il primo concerne la tragedia in sé ovvero il crollo meccanico del ponte, quindi il come si sia prodotto; e il secondo vuole accertare il perché sia stato possibile.

E questo porta al terzo quesito: chì ha fatto o non ha fatto cosa. Tutto questo sarà materia di studio dei due consulenti tecnici nominati proprio ieri dalla procura come il professor Pier Giorgio Malerba che, tra l'altro, è docente di Bridge Theory and Design alla facoltà di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano e l'ingegner Renato Buratti. A dare una mano sotto questo aspetto ci sarà anche la Commissione ispettiva del Mit guidata dall'architetto Roberto Ferrazza, il cui lavoro potrà affiancarsi a quello dei consulenti.

Ma la procura non si ferma qui: grazie all'acquisizione e al sequestro delle carte che riguardano il contratto di servizio, le manutenzioni alla grande opera, i lavori che insistevano sul ponte (quel giorno, un carroponte lavorava alla soletta), i magistrati incaricati delle indagini - i sostituti Cotugno e Terrile, coordinati dall'aggiunto D'Ovidio e con il supporto di Ranieri Miniati - potranno capire chi avrebbe dovuto agire e con quali interventi per evitare il disastro. E chissà che tra le righe della relazione del Politecnico milanese sul ponte consegnata a ottobre a Autostrade (quella che segnalava anomalie sullo strallo del pilone 9) e acquisita già dalla procura, non ci sia già qualche utile indicazione per arrivare in tempi brevi alla verità e quindi alla giustizia.

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