Roma, le consegnano la casa popolare ma è occupata: anziana fa smantellare il fortino dello spaccio

Roma, le consegnano la casa popolare ma è occupata: anziana fa smantellare il fortino dello spaccio
di Adelaide Pierucci
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Venerdì 17 Agosto 2018, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 14:39

Per anni ha aspettato l'assegnazione della casa popolare da parte del Comune. E quando, alla soglia degli 80 anni, ha realizzato il sogno, si è ritrovata messa alla porta da una banda di pusher. La casa agognata nel giro di pochi giorni era stata trasformata in un centro di spaccio. Il tempo che facesse le volture ed è stata occupata. Scenario: via dell'Archeologia, Tor Bella Monaca. Androni controllati da vedette, pusher pagati a cottimo e rami di famiglie dediti al traffico di droga. Stavolta spezzato, a sorpresa, dalla denuncia dell'anziana, sfrattata ancor prima di mettere piede nel suo alloggio. La donna, 79 anni, invece di tacere, di abbassare la testa per evitare ritorsioni, si è rivolta ai carabinieri. Ed ha denunciato l'occupazione, facendo arrestare nel giro di pochi giorni i quattro pusher che si erano impadroniti del suo appartamento e dove detenevano quasi duemila dosi di cocaina.

L'ALLOGGIO
La signora gongolava il 28 giugno quando le era arrivata la comunicazione dell'assegnazione dell'alloggio comunale. Non avrebbe dovuto più riservare la pensione al pagamento dell'affitto o in alternativa appoggiarsi da parenti e conoscenti per non finire a dormire sotto i cartoni, sui marciapiedi. Doveva solo allacciare le utenze e radunare pochi mobili per arredare la casa. Il 3 agosto si era presentata nel condominio di via dell'Archeologia. Ma aveva trovato la porta sbarrata. Anzi, come a Scampia, con una grossa cancellata in ferro montata in un corridoio, le veniva impedito proprio di raggiungere l'uscio. Uno sbarramento, con grate intrecciate come in carcere, pianificato per rendere difficili i blitz delle forze di polizia. Il cancello in ferro battuto, come hanno scoperto poi i carabinieri, serviva a trasformare in un fortino la casa dello spaccio. L'altra sera il blitz. Il pusher, che aveva il doppio compito di vigilare e indirizzare gli acquirenti all'uscio giusto, viene pizzicato ai piedi del palazzo. Per il secondo pusher, addetto alle consegne ai fornitori attraverso la grata, l'arresto scatta nella casa, mentre due fornitori vengono fermati nei paraggi. Quando l'addetto alle consegne capisce di avere davanti due appuntati e non due clienti, si barrica in casa per gettare la droga. Deve far sparire oltre mille dosi di cocaina (le altre le avevano addosso i complici). Ma per non perdere il bottino non butta le dosi nel water ma dalla finestra dove però vengono recuperate al volo da altri carabinieri. Ieri il pm Mario Pesci, durante la convalida degli arresti, ha chiesto e ottenuto il carcere per tutti, tranne che per l'unico incensurato, ai domiciliari. La casa occupata trasformata in fortino della cocaina è stata espugnata, così. La battaglia dell'assegnataria, però, non è conclusa. L'appartamento è ora sotto sequestro per motivi di giustizia.
 
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