Rieti, ponti e viadotti reatini
tornano osservati speciali

Ponte Giovanni XXIII
di Alessandra Lancia
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Venerdì 17 Agosto 2018, 05:47 - Ultimo aggiornamento: 13:04
RIETI - Alzi la mano chi, dopo il crollo di ponte Morandi, non ha pensato al viadotto di Forcamelone (foto in alto), quel chilometro e mezzo su 12 campate alte fino a 100 metri sulla provinciale che da Morro porta a Leonessa. E come a quello, ai 65 viadotti della superstrada Rieti-Torano. Risalgono tutti al periodo 1979/1980, realizzati come si usava all’epoca in cemento armato precompresso, passati nel 2000 dall’Anas sotto le competenze della Regione e da questa in parte alla Provincia, salvo tornare dal luglio 2016 all’Astral, che è la società regionale che ha competenza sulla manutenzione ordinaria e straordinaria. Astral che oggi rassicura: «La vigilanza e la sorveglianza è continua, affidata a ditte esterne.

Per il reatino, paradossalmente, l’elemento di svolta è stato il terremoto del 2016», dice una fonte qualificata della società. Il riferimento è all’azione di monitoraggio seguita alla drammatica sequenza sismica di quei mesi e al maxi-piano di interventi programmati e già in fase avanzata di esecuzione a cura di ministero delle Infrastrutture, Anas e la stessa Astral. A oggi siamo al terzo piano stralcio in corso – il primo da 76,9 milioni di euro, concentrati per lo più sulla Salaria tra Rieti e Ascoli Piceno, il secondo da 1,5 milioni, il terzo da 9,2 milioni – con il quarto che dovrebbe partire ad inizio settembre.

I CONTROLLI POST SISMA
«Questo ci ha consentito di intervenire in maniera puntuale lungo la Salaria e anche nel reticolo di strade provinciali e comunali dei comuni più colpiti dal terremoto. Per quanto riguarda il viadotto di Leonessa l’attenzione è costante: il manto stradale, messo a dura prova anche dal sale che vi si sparge durante i mesi invernali, è stato rifatto da poco e il monitoraggio è continuo». «Tutti pensano al ponte di Leonessa, e anche noi – dice il sindaco Paolo Trancassini – Ma da Astral abbiamo avuto ampie rassicurazioni che la struttura sta bene. Tragedie come quelle di Genova devono insegnarci che serve una prevenzione costante, che cammini indipendentemente dalle responsabilità».

Il depotenziamento della Provincia, certo, non ha giovato: «Ci hanno tolto le risorse senza toglierci le competenze a cominciare da quella sulle strade – dice il presidente Giuseppe Rinaldi – e le poche risorse che abbiamo certo non coprono le necessità dei nostri 1.200 chilometri di rete. Quest’anno abbiamo riavuto dopo sette anni 2,7 milioni di euro da spenderci sopra ma per un intervento completo ne sarebbero serviti cinque volte tanti. E per fortuna che le arterie più importanti sono tornate sotto la competenza della Regione».

LA SITUAZIONE IN CITTA'
Dalla Provincia alla città, dove a impensierire è ponte Giovanni XXIII (foto sotto): «Ne parlavamo col sindaco proprio pochi giorni fa – dice l’assessore all’Urbanistica Antonio Emili – ci dicono i tecnici che le esternazioni sono superficiali e assolutamente fisiologiche che non ne compromettono la stabilità ma faremo fare delle verifiche, perché uno scrupolo in più male non fa». Ma il consigliere Giovanni Ludovisi è critico: «Nella scellerata scelta di rimodulazione di Rieti 2020 gli amministratori attuali avevano escluso l’azione di monitoraggio sismico e strutturale sugli edifici strategici, che valeva 1,2 mln di euro. Poi il governo ha fatto il resto, togliendo i soldi alle periferie…».
 
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