Mamma uccide la figlia 18enne nel sonno a colpi di ascia: «Era troppo polemica»

Mamma uccide la figlia 18enne nel sonno a colpi di ascia: «Era troppo polemica»
di Federica Macagnone
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Lunedì 13 Agosto 2018, 18:28 - Ultimo aggiornamento: 14 Agosto, 20:25

Polemiche su ogni più piccolo argomento, discussioni feroci, liti continue in casa: Tatiana Degirmendzhy, 49enne di Chaychovsky, in Russia, non sopportava più la convivenza con la figlia 18enne Yulia che lei definiva "eccessivamente polemica". Da anni viveva con lei in una situazione di tensione quotidiana che alla fine ha mandato la sua mente in tilt, facendola esplodere in una violenza sanguinaria che ha dato sfogo a tutta la sua rabbia repressa. Invece di tentare di capire la figlia e di comportarsi con lei come una madre, l'aveva affrontata per anni come una rivale: e alla fine ha deciso che quella "nemica" andava eliminata a ogni costo.
 

 

Quando ha deciso che era giunta l'ora, ha aspettato che Yulia si addormentasse, ha impugnato un'ascia e l'ha massacrata facendola letteralmente a pezzi e lasciandola morta in una pozza di sangue, per poi fuggire salendo sul primo treno che partiva dalla stazione. Il cadavere è stato scoperto molte ore dopo dal fratello 22enne Sertan che, al suo rientro a casa, ha trovato la sorella nella sua stanza con accanto l'ascia, tra schizzi di sangue che avevano imbrattato mobili e pareti. La polizia, allertata immediatamente, si è messa subito a caccia di Tatiana, il cui passaporto non era stato trovato in casa, riuscendo ad agguantarla 24 ore dopo mentre stava salendo su un treno in una stazione a una cinquantina di km da casa sua.

Quando è stata arrestata e interrogata, Tatiana, che ora rischia almeno 15 anni di carcere, ha confessato l'omicidio senza mostrare grandi segni di pentimento. «Mia figlia era troppo polemica - ha detto ai poliziotti - Se avessi avuto altre sette figlie come lei le avrei uccise tutte una dopo l'altra». Il raptus che l'ha portata a uccidere sua figlia non è stato passeggero: la sua mente è andata completamente in frantumi.

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