Aldrovandi, applausi del Sap agli agenti che lo uccisero. La madre: «Provo ribrezzo». Renzi le telefona: «Vicenda indegna»

Federico Aldrovandi
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Martedì 29 Aprile 2014, 20:00 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 11:50

Si riapre la ferita della vicenda legata alla morte di Federico Aldrovandi. Al Grand Hotel di Rimini, riuniti per l'ottava edizione del Congresso nazionale del Sap, i delegati del secondo sindacato di polizia italiano tributano circa cinque minuti di applausi a tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per la morte del 18enne durante un controllo il 25 settembre del 2005 a Ferrara.

Applausi che non mancano di segnare la mamma del giovane, Patrizia Moretti. «È terrificante - ha commentato - mi si rivolta lo stomaco». A far scattare l'ovazione dei delegati del Sap la presenza, nella sessione pomeridiana del Congresso, degli agenti Paolo Forlani, Luca Pollastri e Enzo Pontani, condannati dalla Corte di Cassazione il 21 giugno 2012 per eccesso colposo in omicidio colposo a tre anni e sei mesi, tre anni dei quali coperti dall'indulto.

Oltre ai tre poliziotti presenti all'assise riminese, nel caso Aldrovandi era coinvolta anche un'altra poliziotta, Monica Segatto: i quattro hanno trascorso alcuni mesi in carcere. «È terrificante, mi si rivolta lo stomaco - ha reagito la madre del giovane raggiunta dall'ANSA -: cosa significa? Che si sostiene chi uccide un ragazzo in strada? Chi ammazza i nostri figli? È estremamente pericoloso».

Il Sap, ha poi sottolineato Moretti sulla sua pagina Facebook, «applaude a lungo i condannati per l'omicidio di mio figlio. Provo ribrezzo per tutte quelle mani. Pansa era lì?», ha domandato riferendosi al Capo della Polizia che, ospite del congresso nella mattinata, aveva però lasciato Rimini già da diverse ore. Diversi i commenti negativi sugli applausi a Rimini sui social network, sia sulla pagina della mamma di Federico Aldrovandi, sia su Twitter, segnati con l'hashtag #vialadivisa, nome di un movimento che, lo scorso 15 febbraio a Ferrara aveva chiesto, nel corso di una manifestazione, la radiazione degli agenti coinvolti nella vicenda.

Sul versante politico, Sel, attraverso il coordinatore nazionale, Nicola Fratoianni, ha definito «gli applausi agli assassini di Federico Aldrovandi agghiaccianti e inaccettabili.

Chi applaude quegli agenti applaude ad un crimine vergognoso e non è certo degno di vestire una divisa. Non si può accettare che chi è chiamato a garantire la sicurezza dei cittadini - è la chiosa - possa compiere gesti terribili come quello di oggi».

Per Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd, «inaccettabile l'ovazione che il congresso del Sap ha voluto dedicare agli agenti condannati per l'omicidio Aldrovandi. Sono sempre stato dalla parte dei diritti di chi lavora in condizioni difficilissime per la sicurezza del Paese ma uno Stato di diritto sta in piedi solo se vengono rispettate le competenze di tutti i suoi corpi. La sentenza di quel terribile omicidio va rispettata da tutti».

La telefonata di Renzi. Il premier Matteo Renzi ha telefonato alla madre di Federico Aldrovandi per esprimerle solidarietà dopo «l'indegna videnda». Alla solidarietà del premier si sono associati i vicesegretari del Pd, Deborah Serracchiani e Lorenzo Guerini, che hanno espresso totale vicinanza alla signora Patrizia.

Il capo della polizia Pansa. Il capo della polizia Alessandro Pansa ha espresso «vicinanza e solidarietà» alla madre di Federico Aldrovandi «non riconoscendosi in alcun modo in comportamenti che trova gravemente offensivi nei confronti della famiglia Aldrovandi e della società civile che crede nell'operato delle donne e degli uomini della polizia».

Sulla vicenda, il Dipartimento della pubblica sicurezza ricorda che «il prefetto Pansa, che aveva partecipato solo ai lavori della mattina, si era soffermato sul caso dell'artificiere» che in occasione del corteo di Roma «aveva calpestato un manifestante steso a terra, ribadendo la sua posizione fortemente critica nei confronti di un gesto definito "irragionevole e irresponsabile", che "non ci appartiene e non può essere giustificato per nessun motivo". «Ho voluto essere duro - aveva sempre ribadito Pansa questa mattina - proprio per sottolineare una volta per tutte che situazioni del genere non devono più ripetersi nell'interesse della polizia di Stato». «In questa affermazione - conclude il Dipartimento - si ritiene vi possa essere chiara la posizione del prefetto Pansa in relazione a quali comportamenti si debba attenere chi svolge compiti istituzionali».

Il ministro dell'Interno Alfano. Anche Angelino Alfano ha espresso solidarietà alla madre di Aldrovandi: «Gli applausi sono un gesto gravissimo e inaccettabile che offende la memoria di un ragazzo che non c'è più e rinnova il dolore della sua famiglia. Applausi che danneggiano la polizia e il suo prestigio».

La madre di Federico. «Sono profondamente delusa e triste». È affranta Patrizia Moretti, intervenuta ai microfoni si SkyTg24: «Certe persone andrebbero allontanate dalla polizia». La madre di Federico ha detto di aver ricevuto la telefonata, oltre che di Renzi, anche del capo della polizia Pansa: «Si è detto indignato per quanto accaduto, e mi ha mandato il suo abbraccio. Fra qualche giorno ci incontreremo per parlare della questione in maniera più approfondita».

Il Sap: «Danno infinito per i nostri colleghi». «L'onorabilità della Polizia di Stato è stata irrimediabilmente vilipesa e solo una operazione di verità sarà in grado di riscattare il danno patito. Alla stessa stregua i nostri colleghi, ingiustamente condannati, hanno patito un danno infinito». Lo ha detto in una nota il neosegretario generale del Sap, Gianni Tonelli.

Quindi, prosegue nella nota Tonelli, «ritengo affrettati alcuni giudizi espressi». Riferendosi agli agenti coinvolti nella vicenda, sottolinea, «quattro vite sono state definitivamente rovinate dai danni subiti e, da ultimo, sono stati trascinati in un giudizio davanti alla Corte dei Conti per un risarcimento all'erario complessivo di circa 2 milioni di euro, senza che alcuna autorità abbia individuato l'entità di tale somma e senza essere stati coinvolti dall'Amministrazione della pubblica sicurezza nella transazione privata con la famiglia».

A giudizio del neosegretario generale del Sap «la morte di chiunque è un evento infausto, ma non necessariamente la colpa deve essere attribuita a qualcuno: migliaia di giovani ogni anno muoiono alla guida dei loro automezzi, ma non per questo la colpa è delle strade. Porre una pietra sopra all' accaduto, ci pare una soluzione troppo comoda».

Pertanto, argomenta, «la nostra è unicamente un'azione finalizzata non a suggerire un'interpretazione degli eventi sulla questione di cui stiamo parlando, ma che tenta di avvicinare i cittadini alla verità processuale consentendo loro di accedere a tutti gli atti del processo. La Giustizia è amministrata in nome del Popolo italiano? A loro la sentenza inappellabile. Noi - chiosa Tonelli - chiediamo unicamente di perseguire una strada che l'ordinamento giuridico ci garantisce, ossia il giudizio di revisione: è un diritto dei nostri colleghi e intendiamo sostenerli su questo percorso».

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