Vaccini in Umbria. La preside Coccia: «In classe solo con il certificato»

Rita Coccia preside Volta Perugia
di Remo Gasperini
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Domenica 12 Agosto 2018, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 18:47
PERUGIA - «Escludere dalla frequenza i bambini non vaccinati per scelta è un obbligo di legge non una opzione. E noi presidi, se le cose rimarranno come adesso, questo dovremo fare il 12 settembre». Rita Coccia, vice presidente nazionale e presidente regionale Anp che in Umbria conta 62 iscritti, parla chiaro. E già siamo a più della metà dei presidi umbri ai quali se ne aggiungeranno certamente altri. Il rischio apertura-caos è concreto.

Mercoledì 12 settembre sui portoni delle 139 scuole umbre ci saranno loro: i presidi. E da quel momento loro saranno responsabili di quel che avverrà dentro le aule. Per questo si ribellano ai balletti della politica, l’ultimo dei quali è sulle vaccinazioni.

«Il nostro presidente nazionale Giannelli è stato chiaro - dice Rita Coccia presidente di ANP Umbria -, sul rispetto delle legge, sulle autocertificazioni e sulla  ipotesi di mettere i bambini in classi differenziate. La soluzione logica sul tappeto in questo momento è quella di tenere in vigore la legge così com'è».

Insomma c’è preoccupazione e decisione…
«Certo, perché siamo alle solite. Non si possono scaricare sui dirigenti i problemi irrisolti – sottolinea la Coccia -. Il discorso è semplice: se un ragazzino prende il morbillo e un preside l’ha preso a scuola non vaccinato e succede qualcosa agli altri tutti se la prendono con il preside. Dunque è facile parlare, diverso fare. Nei mesi scorsi le scuole hanno mandato gli elenchi degli alunni alle Asl che hanno verificato comunicando chi non era in regola. Come facciamo a far finta di niente? E aggiungo, l’autocertificazione non è carta straccia, chi la fa ne risponde e se dichiara il falso commette un reato».

In realtà sul finire dello scorso anno anche in Umbria ci sono stati allontanamenti di ragazzi senza certificazione. Sono stati provvedimenti fatti senza alcun clamore anche per rispetto dei piccoli studenti. In Umbria sul finire dello scorso anno sono stati evidenziati 1.500 inadempienti. La Regione ha comunicato  che sono state elevate 318 contravvenzioni e che 443 sono le pratiche in osservazione. Ora i dati dovranno essere aggiornati con i nuovi iscritti. Nei giorni scorsi l’assessore Barberini ha ribadito la linea delle Regione che è quella di «non arretrare di un centimetro sulla tutela della salute dei bambini e se necessario lavorare ad una proposta di legge regionale per mantenere l'obbligatorietà delle vaccinazioni infantili per l'accesso a scuola».

In merito alla ipotesi di classi differenziate con ragazzi immunodepressi messi solo con tutti vaccinati, la Coccia taglia corto: «Chi fa queste proposte non conosce il mondo della scuola e non sa come è strutturato».
E sul tema aggiunge la preside Mariella Marinangeli del direttivo della neo costituita Associazione delle Autonomie Scolastiche dell’Umbria: «Anche da noi, soprattutto in periferia e nella fascia di età dei più piccoli, ci sono classi uniche: che facciamo in quei casi? Dirottiamo un immunodepresso o un non vaccinato magari in un’altra scuola a chilometri di distanza? Non esiste proprio».

«Nell’ultima settimana di agosto – chiosa la Coccia – convocherò i presidi iscritti a Anp per fare il punto della situazione e verificare l’esistenza di possibili novità. Se tutto resta immutato noi andiamo secondo la legge. Questo è poco ma sicuro».
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