Vaccini, la rivolta delle mamme sì-vax

di Antonio Pascale
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Domenica 12 Agosto 2018, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 09:17
Le mamme di bambini immunodepressi stanno partecipando a una petizione online, temono - e giustamente - che la mancanza dell’obbligo vaccinale possa colpire i loro bambini, fragili perché hanno basse difese immunitarie. Un contagio può diventare per loro un serio problema, quindi se io non vaccino mio figlio comprometto lo stato di salute del mio prossimo. Conviene ascoltare queste mamme, sarebbe davvero serio da parte dei politici smetterla con questa sceneggiata dei vaccini sì, no, forse. E, visto che ci siamo forse conviene anche ricordare che questa istituzione italiana che sono le mamme, in anni non così lontani non poteva fare altro che piangere i loro figli.

Chi scrive ha 52 anni e ha conosciuto molte persone rovinate dalla polio, o con i segni del vaiolo ancora evidente sul corpo. Pensavo di dover mai più discuterne o ricordare, non fosse altro per il rispetto che si deve a quelle sofferenze. Le mie zie e i parenti vari hanno pianto molti figli, morti per quelle malattie ora debellate, e quanti ceri alla Madonna o ai santi ho visto accendere affinché facessero la grazia ai bambini poliomielitici. Me le ricordo le vecchie che consolavano le mamme che avevano appena perso un bambino dicendo che la Madonna in quel momento stava piangendo: ogni lacrima della Madonna è un bambino che muore. Mi ricordo i racconti - per me angoscianti - che parlavano di bambini e bambine finiti nei polmoni d’acciaio perché la polio li aveva infettati.

Così oggi alla petizione on line avrebbero di sicuro, se avesse potuto, partecipato quelle mamme che per millenni hanno cercato varie forme di consolazioni e protezioni (santi, ceri, preghiere) perché l’imponderabile colpiva i più deboli, cioè i loro bambini. Ora, finalmente, dopo studi, prove, fallimenti, miglioramenti, innovazioni di vario tipo, possiamo farci un applauso e guardare gli obiettivi raggiunti, questi stessi obiettivi che 50 anni fa sembravano lontanissimi, per esempio la bassa mortalità infantile, quasi scomparsa in tutto il mondo - si sta abbassando notevolmente anche in quei paesi africani dove le condizioni di vita sono spietate. Viviamo fino a 82 anni e andiamo verso gli 85 di età media, chi l’avrebbe mai detto. Siamo fortunati, se succede qualcosa ai nostri figli abbiamo medici preparati e strutture pronte a fare il possibile per salvarli. E invece di essere contenti e continuare a migliorare in questo senso, stiamo ancora a parlare delle pericolosità dei vaccini e siamo costretti, anche per l’impreparazione e la codardia di tanti politici, a ricorrere alla petizioni on line. Ma che per davvero? Dobbiamo quindi con la petizione richiedere la grazia non più alla Madonna ma ai politici? Ma dai.

Forse è il caso di smetterla. Ma davvero il problema sono i vaccini? Il problema vero è il benessere. Le mamme no vax per fortuna stanno bene in salute, sono benestanti, colte e sfruttano i generali miglioramenti della salute che l’impegno medico ha promosso, altrimenti col cavolo che facevano le no vax su Facebook, rischiavano di accendere i ceri in chiesa - e che dire: meno male che possono parlare di bufale invece di passare il tempo accanto a un polmone artificiale. Il benessere sta diventando problematico, perché porta con sé una malsana idea di purezza: vogliamo continuare a stare bene e crediamo che il mondo sia un posto sporco e pericoloso, però non per causa nostra ma per le multinazionali, le scie chimiche, i vaccini, i cibi di Frankestein. E allora alziamo i muri, inauguriamo bolle di ossigeno puro, campane sotto le quali porre i nostri figli al riparo da tutti. Ma quei figli sono protetti dall’ambiente sano che sta intorno e se, piano piano, Dio non voglia, le protezioni si abbassano, poi tornano i polmoni d’acciaio e altre forme di consolazione del paleolitico. Stiamo diventando dei rammolliti, questa è la verità.

Abbiamo paura di tutto, anche dei rischi trascurabili, e stiamo diventando così maniacalmente attenti al nostro esclusivo habitat che non ci rendiamo che quell’habitat è merito della collettività, cioè della cultura e del sapere scientifico e umanistico. Nostro compito è proteggere le conquiste che abbiamo raggiunto, e non annullarle con il nostro egoismo. Speriamo che i politici si diano la pena di ascoltare le ragioni di queste mamme. Ci ricordano un’ovvietà: i deboli non sono sempre gli altri, potremmo esserlo anche noi, anzi credo che lo saremo se continuiamo a essere così stupidi ed egoisti.
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