Tav, Marco Ponti: «Io contrario? Guarderò solo i numeri»

Tav, Marco Ponti: «Io contrario? Guarderò solo i numeri»
di Umberto Mancini
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Martedì 7 Agosto 2018, 00:56 - Ultimo aggiornamento: 08:21

ROMA Prof Marco Ponti, lei insieme ad altri super consulenti, è stato chiamato dal ministero delle Infrastrutture a valutare le grandi opere, dalla Tav alla gronda di Genova, allo scopo di mettere in luce costi e benefici.

Non le pesa il fatto di essere considerato un critico, tanto per usare un eufemismo, della Torino-Lione, insomma di essere di parte, un prof Anti-Tav?
«Io vengo dalla Banca Mondiale. E ho fatto decine di valutazioni nella mia lunga carriera. Credo sia meglio fare i conti per bene. Prima si fanno meglio è. Perché non credo sia giusto chiedere all’oste se il vino è buono. Mentre è legittimo, come vuole il governo, analizzare costi e benefici con la massima imparzialità, guardando cosa è stato fatto in passato».

Ma lei già si espresso più volte contro la Tav, giudicandola non economica, visto che, sempre a suo parere i traffici commerciali sarebbero in flessione. Insomma, sarebbe un enorme sperpero di denaro pubblico, per cui sarebbe dannoso andare avanti?
«Non ho pregiudizi ideologici. La mia analisi è da tecnico. Vedrò i nuovi numeri che mi darà il ministero, farò delle valutazioni, studierò il dossier partendo dalle ultime analisi. Poi sarà la politica a decidere in maniera autonoma. Credo però sia necessario avere rispetto del contribuenti, dei soldi che si spendono prima di prendere una decisione così rilevante per il nostro Paese».

Ma bloccare l’opera, come vorrebbero i 5Stelle, avrebbe costi molto levati: oltre 2 miliardi tra sanzioni, multe, frizioni con l’Europa e la Francia. 
«Non mi occupo degli aspetti finanziari o dei trattati internazionali o degli accordi politici».

Ma il suo dossier, almeno teoricamente, sarà la base per le decisioni?
«A me interessa analizzare i costi e i benefici per la collettività. Ci sono tecniche oggettive che ci daranno risposte oggettive».

Non può negare che lei ha sempre espresso una fortissima contrarietà?
«Io ho espresso critiche perché i numeri che avevo andavano in questa direzione. E’ evidente che se si chiede a Ferrovie o a Autostrade se quell’opera che stanno realizzano va bene, risponderanno positivamente. Ora è scoppiato un caso politico. Ed è cambiato lo scenario».

Che tempi si è dato insieme al pool del Mit?
«Analizzeremo a fondo almeno una decine di opere, non solo la Tav. Ci vorrà tempo. Non butteremo via il lavoro fatto precedentemente, valuteremo, approfondiremo, senza pregiudiziali, da tecnici».

E’ accusato di essere contrario alla Tav e amico di autostrade...
«Io? Non credo. Mi hanno fatto una causa da 20 milioni di euro, poi ritirata all’ultimo istante, altro che amico. Guardi io sono cattivo con tutti. Lo scriva. Risponderemo con dati e cifre, ricordando che i costi della Tav in Italia sono enormemente più alti rispetto agli altri Paesi della Ue. Una valutazione del resto che non ho fatto io, ma studi indipendenti».

Una sentenza già scritta allora? Non era meglio chiamare anche esperti internazionali, terzi, non inischaiti nel dibattito, a far parte del pool del ministro Toninelli?
«Sarò un dibattito trasparente e aperto, mi creda. Ho chiesto anche l’inserimento di esperti stranieri, terzi come dice lei, ma non ci sono i tempi per colpa della nostra burocrazia. Spero entro la fine dell’anno di chiudere il lavoro. Non sono un prof No Tav, mi baso sui numeri, non sulla ideologia. E se i numeri cambiano, cambierò idea. Ma alla fine sarà, credo, una scelta tutta politica. Ritengo anche che avvicinarsi alla società civile, discutere di come si spendono i soldi della collettività per queste grandi infrastrutture, sia giusto. Ci sono tante priorità e bisogna scegliere. Le risorse a disposizione, come sa, sono limitate. Voglio solo evidenziare come verranno spesi i soldi pubblici. Tutto qui».
 

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