Attacco troll a Mattarella, si indaga per attentato alla libertà del Capo dello Stato

Attacco troll a Mattarella, si indaga per attentato alla libertà del Capo dello Stato
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Lunedì 6 Agosto 2018, 21:19 - Ultimo aggiornamento: 7 Agosto, 23:32

Attentato alla libertà del presidente della Repubblica e offesa all'onore e al prestigio del Capo dello Stato. La procura di Roma ha formalmente aperto il fascicolo sugli attacchi via web al presidente Sergio Mattarella, avvenuti alla fine di maggio nelle ore convulse seguite al no del Colle alla nomina di Paolo Savona a ministro dell'Economia e delle Finanze che costrinsero Giuseppe Conte a rimettere il mandato a formare il governo.

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L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Antonio Racanelli e dal pm Eugenio Albamonte, è stata avviata alla luce dell'informativa della Polizia Postale arrivata a piazzale Clodio. E nel fascicolo si ipotizza anche il reato di sostituzione di persona, in relazione agli oltre 400 profili twitter, tutti riconducibili ad un'unica origine, comparsi sui social network la notte tra il 27 e il 28 maggio scorso: è proprio da quei profili che vennero inviati infatti migliaia di messaggi di insulti e inviti alle dimissioni nei confronti del Presidente della Repubblica, con l'hashtag #mattarelladimettiti. Un vero e proprio bombardamento contro l'operato del presidente della Repubblica, che partì attorno alle due del mattino come se fosse coordinato da una regia unica.

Gli accertamenti sono appena partiti e richiederanno comunque diverso tempo per tentare di risalire all'origine dell'attacco; per questo investigatori ed inquirenti al momento non si sbilanciano sulla matrice, non escludendo né che dietro le centinaia di tweet vi possano essere dei troll russi né che si tratti invece di un'azione partita e coordinata dall'Italia. In ogni caso, utilizzando o appoggiandosi a server di paesi terzi come quelli ospitati nelle nazioni baltiche e in Israele. Una posizione ribadita anche dal direttore del Dipartimento informazioni e sicurezza Alessandro Pansa al Copasir. L'audizione di Pansa era stata fissata da tempo ed infatti il direttore del Dis, prima di affrontare l'argomento troll, ha fatto un'ampia panoramica sullo stato delle diverse minacce alla sicurezza dell'Italia, dal terrorismo di matrice jihadista al rischio che terroristi possano utilizzare il canale dell'immigrazione clandestina per raggiungere l'Europa, dalla situazione in Libia alle minacce alla sicurezza economica e al know how delle imprese italiane.

Una disamina a 360 gradi che, ovviamente, si è soffermata anche sull'attacco al capo dello Stato. Pansa non ha consegnato ai commissari alcun dossier, sottolineando che sono ancora in corso «i necessari approfondimenti da parte delle strutture specializzate» del Dipartimento e, dunque, al momento «non è possibile formulare conclusioni». Nella nota ufficiale del presidente del Copasir Lorenzo Guerini si sottolinea inoltre che sul tema, «che sarà seguito con attenzione dal Comitato, è stata peraltro avviata un'indagine da parte della procura di Roma le cui risultanze potranno contribuire a chiarire l'effettiva rilevanza della questione».

Gli 007, secondo quanto si apprende, hanno in sostanza ribadito che il lavoro è molto lungo in quanto sono centinaia i profili che vanno ricercati, molti dei quali sono stati cancellati o sono 'anonimizzatì. Uno screening complesso che non ha ancora consentito di accertare l'origine dell'attacco. Al momento dunque, non sono emerse ancora 'evidenzè sulla matrice. Fermo restando, ha ricordato ai commissari Pansa, che sia in occasione del referendum del dicembre 2016 sia per le elezioni del 4 marzo l'intelligence aveva fatto una serie di approfondimenti su possibili attacchi via web, non rivelando però alcun elemento concreto

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