Dal Pigneto all'Eur, un tour a Roma pieno di emozioni

Foto di Fabio Lovino
di Valentina Venturi
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Sabato 4 Agosto 2018, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 10:17
È dicembre 2016 quando Eugenia Romanelli (46 anni) decide di modificare la sua vita. O meglio, di unire le sue diverse sfere professionali in una: da docente universitaria, giornalista e scrittrice si trasforma in una guida di Roma del tutto particolare. Non lavora infatti soltanto per gli amici: con i suoi My lifestyle tours in Rome diventa storyteller e propone a top spender, artisti e uomini d'affari, immortalati da un fotografo al seguito, «il piacere di ascoltare qualcuno che ti racconta la storia senza leggere o con una voce dal tono anonimo. È come essere a teatro: gioco con un canovaccio e l'improvvisazione. È turismo esperienziale».

Come è nata l'idea?
«Tramite un compagno di Università che lavora per un'agenzia per l'ospitalità di divi di Hollywood. All'epoca c'era un attore molto noto che voleva essere guidato per la città da qualcuno che sapesse fargli scoprire dei lati curiosi della città. L'amico mi dice: Sei romana e conosci Roma. Perché non la racconti a modo tuo?. Accetto e mi diverto come una pazza. Da lì capisco che voglio continuare. Ora non potrei più farne a meno».

Qual è la sua Roma?
«Non solo quella classica, ma anche un po' bohémienne, fuori dai percorsi convenzionali. Ad esempio mi piacciono tantissimo le periferie, zone come il Pigneto con i suoi villini e la sua movida notturna, per non parlare della storia, oppure come il Quadraro che fu teatro del rastrellamento nazista. Ma amo anche il post moderno e la street art del nuovo distretto di Ostiense e Porto Fluviale».

C'è un giro che preferisce?
«Uno dei più apprezzati è quello lungo la Gay Street, che sfocia al Colosseo. È un'occasione per godersi un caffé al tramonto guardando il Colosseo e parlare di come veniva vista la sessualità nel passato, dagli antichi romani ad oggi. Un tour che piace a tutti, anche alle famiglie etero con figli piccoli, come il caso di alcuni brasiliani».

In quale lingua parla?
«Fino ad ora soprattutto in inglese per curatori d'arte, professori universitari, team di professionisti o attori. Mi cercano persone colte che vogliono un mix di cultura e stravaganza. Ma sto pensando di avere un interprete: mi piacerebbe che fosse parte dell'esperienza sentire parlare in italiano».

E invece cos'è l'Erotic Tour?
«Un viaggio a ritroso nel tempo lungo la storia della sessualità dall'omicidio di Messalina agli scandali Vaticani. Pochi sanno che noi romani veniamo da una cultura ben più aperta, diciamo così, di quella dei greci».

E i clienti?
«Le reazioni sono compostissime. Le persone si trovano assolutamente a loro agio, nessuno supera la zona di comfort. Del resto le mie visite guidate restano sempre sul piano dei riferimenti culturali».

Da ragazza cosa immaginava di diventare?
«Ho sempre voluto fare la scrittrice, ma poi per mantenermi gli studi ho fatto un po' di tutto, anche la cubista in una discoteca di Firenze. Ballavo in un locale che si chiama l'Insomnia, così per un po' di tempo sono riuscita a pagarmi la retta. Erano i primi anni delle cubiste: non eravamo nude, noi. Ma avevamo già dei bodyguard che ci proteggevano dai clienti un po' esagitati. Era più che altro un gioco, fatto di travestimenti».

Tipo?
«Meccanica, benzinaia, un po' quello che capitava. Una volta sono stata tutta la sera con indosso il tutù di quando ero bambina. Era come se fosse Carnevale tutti i giorni».
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