Milleproroghe, stop riforma intercettazioni: «No al bavaglio all'informazione deciso dal Pd dopo caso Consip»

Milleproroghe, stop riforma intercettazioni: «No al bavaglio all'informazione deciso dal Pd dopo caso Consip»
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Martedì 24 Luglio 2018, 15:34 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 19:08
Via libera del Consiglio dei ministri al decreto milleproroghe. 

Il provvedimento blocca fra l'altro l'entrata in vigore della riforma delle intercettazioni: «Impediamo che venga messo il bavaglio all'informazione» perché «la riforma Orlando era stata scritta con l'intento di impedire ai cittadini di ascoltare le parole dei politici indagati», ha detto il ministro Alfonso Bonafede, secondo il quale ogni passata riforma è coincisa con uno «scandalo» e l'ultima è stata fatta «in concomitanza col caso Consip». 

«Oggi abbiamo tolto le mani della vecchia politica dalle intercettazioni, che rappresentano uno strumento di indagine fondamentale per fenomeni come la corruzione che hanno dilaniato questo Paese», ha proseguito il ministro della Giustizia in conferenza stampa dopo l'approvazione del decreto milleproroghe. «La norma che abbiamo impedito entrasse in vigore - ha sottolineato Bonafede - era stata scritta evidentemente con l'intento di impedire ai cittadini di ascoltare le parole dei politici indagati o che i politici pronunciano» quando sono «al telefono con persone indagate». «Ogni volta che qualcuno del Pd veniva ascoltato dai cittadini c'era che il Pd che tendeva a tagliare la linea e le comunicazioni. L'intento era quello di evitare che i cittadini ascoltassero i politici», ha rimarcato il ministro della Giustizia.

Quella norma, sia secondo «tutti i magistrati che tutti gli avvocati, era lesiva di tutti i diritti in gioco, ledeva la possibilità di portare avanti le indagini in maniera efficace, dava alla polizia giudiziaria la possibilità di scegliere quali
intercettazioni sono rilevanti e quali no. Ledeva anche il diritto di difesa, oggi il difensore può valutare il contesto».

Il decreto contiene poi lo slittamento «del termine della piena efficacia della riforma del del credito cooperativo». Le nuove misure riguarderanno anche le banche popolari. «Siamo intervenuti su alcune misure che, in sostanza, realizzano una riforma della riforma» con interventi che «sembrano chirurgici ma sono molto significativi», ha spiegato il premier Giuseppe Conte. «Viene rafforzato il mantenimento effettivo del carattere di credito cooperativo» delle Bcc, «il carattere mutualistico di banche strettamente legate al territorio e con una finalità molto specifica. Questa riforma va incontro alle osservazioni raccolte», ha puntualizzato il ministro dell'Economia Giovanni Tria. 

 
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