Al via il festival di Jerash in Giordania, musica arte e cultura per sostenere il turismo

Al via il festival di Jerash in Giordania, musica arte e cultura per sostenere il turismo
di Elena Panarella e Rossella Fabiani
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Lunedì 30 Luglio 2018, 22:00 - Ultimo aggiornamento: 3 Agosto, 18:32

Si ascolterà anche musica sufi dall’Egitto al Festival di Jerash per la cultura e le arti che si è appena inaugurato nell’antico sito del regno hashemita. Fino al 29 luglio il festival di Jerash, in Giordania, ospita una degli eventi culturali più belli al mondo per poi trasferirsi ad Amman fino al 4 agosto.
 

 


Giunto alla sua XXXIII edizione, il festival mette in scena musica, danza e arte dalla Giordania, dal mondo arabo e dai cinque continenti sullo sfondo delle rovine dell’antica città ellenista nota al mondo come la Pompei del Medio Oriente. Nato nel 1981 per volontà della regina Noor al-Hussein, il festival è tornato sulla scena soltanto nel 2011 e le rovine dell’antico centro greco-romano, a quasi 30 chilometri dalla capitale, rappresentano un ideale luogo d’incontro per l’annuale evento dedicato all’arte, alla cultura e all’intrattenimento, il Festival internazionale di Jerash appunto. Un evento sul quale la Giordania punta per incrementare le cifre del turismo, in crisi negli ultimi anni. E che dimostra «la stabilità e la sicurezza del Regno in mezzo a una regione turbolenta», ha detto Aqel Biltaji, capo dell’alto comitato del festival, che ha anche aggiunto che quest’anno ci sarà anche un seminario intitolato «Gerusalemme nei cuori dei giordani». Anche «l’esistenza del festival da oltre tre decenni indica l’importanza dell’evento e la stabilità e la sicurezza del Regno», ha sottolineato Mohammad Abu Sumaqa, direttore esecutivo del festival.

Una parte degli eventi della kermesse avrà luogo nella capitale Amman, le altre nell’antico teatro di Jerash. «Ma da quest’anno - ha detto Abu Sumaqa, alcuni eventi si terranno anche ad Irbid, a Zarqa, Salt e Karak». Nelle ultime sue edizioni il festival di Jerash ha faticato ad attrarre visitatori stranieri, preoccupati per le condizioni di sicurezza del regno hashemita che vive anche un momento economicamente difficile in parte sotto la pressione di milioni di rifugiati siriani ospitati sul suo territorio. Ma gli organizzatori sperano molto negli effetti della recente campagna di promozione. Fra gli artisti che calcheranno il palcoscenico, il gruppo egiziano dei dervisci di Abul Gheit, guidato da Ahmed el Hankahawy, che presenta un mix di musica sufi e zar, il libanese Assi al Helani, il kuwaitiano Abdullah Rweished, la giordana Ahlam. Ma non solo. In programma concerti di orchestre che si esibiranno nei teatri, nelle arene e presso il Royal Cultural Center, letture di poesie, spettacoli teatrali, esibizioni di cantanti, mostre d’arte e d’artigianato con le produzioni di comunità locali e di associazioni femminili. 

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