Papa Francesco telefona a Pannella: «L'aiuterò per l'emergenza carceri»

Papa Francesco - Marco Pannella
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Venerdì 25 Aprile 2014, 17:03 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 14:48
Il Papa telefona a Marco Pannella per chiedergli di interrompere lo sciopero della sete e lui accetta. Lo avevano dimesso l'altro ieri dalla terapia intensiva e già ieri il vecchio leone della politica era di nuovo in prima fila a combattere la sua battaglia per una «giustizia più giusta» e per denunciare la «disumana situazione carceraria».



«Ma sia coraggioso, Eh!!! Anche io l'aiuterò, contro questa ingiustizia...». Così papa Francesco a Pannella durante la sua telefonata al leader radicale. «Io ne parlerò di questo problema, ne parlerò dei carcerati», aggiunge il Papa. Il testo della conversazione è stato diffuso da Radio radicale.



Questo un brano della conversazione tra il Papa e Pannella, durata 20 minuti, diffuso da Radio Radicale.



Papa Bergoglio: «Ma sia coraggioso, Eh!!! Anche io l'aiuterò, contro questa ingiustizia...»

Marco Pannella: «A favore della Giustizia, Santità»

Papa Bergoglio «Io ne parlerò di questo problema, ne parlerò dei carcerati...»

Marco Pannella «Sì Santità! C'è una parola chiave...!».



Pannella ha lanciato un appello a Papa Francesco per chiedere «subito» amnistia e indulto come fece Papa Wojtyla. E un ringraziamento al Capo dello Stato. Pannella lo ha chiamato ieri per congratularsi con lui per la sua «opera splendida», per avere accolto «in modo mirabile» le istanze dei radicali con il suo messaggio alle Camere sulle carceri anche se la risposta del Parlamento è stata «sporca e vergognosa».



Pannella ha interrotto oggi lo sciopero della sete con un caffè e dopo la telefonata del Papa ha accettato due trasfusioni di sangue auspicate, prescritte dai medici.



«Ho parlato con il Santo Padre per informarlo delle condizioni di Pannella», ha detto Emma Bonino.
Successivamente a questa telefonata, il Papa ha poi deciso di chiamare direttamente Pannella.




Reduce da un'operazione subita all'aorta addominale, non ha neppure sospeso il 'Satyagraha': i medici non gli hanno però consentito di lasciare il policlinico per raggiungere Radio Radicale dove ha indetto una conferenza stampa. Si siede invece davanti alle telecamere per un collegamento in diretta con la Radio: in mano ha addirittura un sigaro. «L'unico lusso che mi concedo è un toscanello alla grappa», confida il leader radicale spiegando che «a Madrid scoprimmo con un medico che l'effetto più evidente dello sciopero della sete era neutralizzato fumando molto».



Pannella ha invece accettato di fare una Tac per controllare le sue condizioni dopo l'intervento ma ha fatto sapere di non potere accettare le cure successive che invece andrebbero contro lo sciopero della sete che sta sostenendo. «Non posso mollare. Posso accettare la Tac ma non consentire altre operazioni successive che loro ritengono essenziali per idratarmi di nuovo». Soprattutto, però, l'ottantatreenne leader radicale, per il quale si continuano a rinnovare gli appelli ad eleggerlo senatore a vita, non vuole mollare la sua battaglia per l'amnistia che «alleggerirebbe la disumana situazione carceraria».



Insieme a Rita Bernardini, segretario del movimento, ha ricordato come l'Unione Europea abbia condannato lo Stato italiano innumerevoli volte imponendo anche il risarcimento dei danni ai detenuti. «Questa situazione è inaccettabile, l'Italia dovrebbe essere giudicata dal Tribunale di Norimberga». Ma poi si è subito corretto: «Quella era la giustizia dei vincitori contro i vinti. Noi - ci tiene a precisare - non abbandoneremo mai i principi dello Stato di diritto».


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