Tari Roma, arriva la stangatina di luglio: «Ma il 15% evade la tassa»

Tari Roma, arriva la stangatina di luglio: «Ma il 15% evade la tassa»
di Fabio Rossi
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Sabato 14 Luglio 2018, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 08:44

Quasi 400 milioni da pagare entro fine mese, a seconda delle scadenze indicate sui bollettini arrivati a casa. Luglio per i romani è anche il mese della prima rata della tariffa rifiuti: complessivamente, tra le due tranche, a carico dei cittadini ci sono i 771 milioni di euro che equivalgono al costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nella Capitale. Quanto inciderà nelle tasche dei contribuenti? Alcune simulazioni: un single che abita in un appartamento di 60 metri quadrati pagherà complessivamente 175,47 euro, quindi poco meno di 90 con il primo bollettino; una famiglia di tre persone in un appartamento di 80 metri quadrati ne sborserà 313, tra luglio e dicembre; un nucleo di quattro persone in una casa di cento metri quadrati dovrà versare all'Ama 375 euro, con una prima rata intorno ai 190.

LA CLASSIFICA
Nonostante un calo dello 0,73 per cento della Tari per le utenze domestiche - e dello 0,93 per esercizi commerciali, aziende e uffici - anche nel 2018 i romani continueranno, quindi, a pagare mediamente meno dei napoletani, ma molto più di milanesi, torinesi, palermitani e bolognesi. Con una novità: sarà direttamente il Campidoglio a incassare la tariffa, utilizzando la società Aequa Roma per l'accertamento e la riscossione, anche coattiva, mentre resta compito dell'Ama l'emissione e la spedizione dei bollettini.

I MOROSI
Se il servizio resta molto inferiore al costo, nella percezione comune dei cittadini è colpa anche dell'evasione, e della strutturalmente scarsa capacità del Campidoglio di contrastarla. Nei documenti contabili di Palazzo Senatorio compare una cifra inquietante: 1,3 miliardi di euro soltanto per quanto riguarda la morosità. Si tratta della somma dei bollettini ancora non pagati dai romani - cittadini e aziende - negli ultimi sei anni. Anche volendo ridimensionare il dato del 2017, che in gran parte è dovuto dal ritardo nella contabilizzazione dei bollettini pagati a fine anno, arriviamo comunque intorno al miliardo mancante nelle casse del Comune. Insomma non è stato incassato più di un quarto della tariffa complessiva (3,8 miliardi) che sarebbe stata a carico degli utenti privati nello stesso periodo.

IL RECUPERO
Eppure nella Capitale la percentuale di morosità - cioè dei pagamenti regolarmente recapitati agli utenti ma non onorati nei tempi giusti - non è particolarmente alta: intorno al 15 per cento, contro il 25 di Milano (fanno meglio solo Mantova e Parma). Il problema è che attualmente la capacità di recupero degli arretrati da parte del Campidoglio è stimata intorno al 30-35 per cento. Insomma, non sono molti quelli che non pagano regolarmente, ma chi non lo fa ha buone possibilità di sfuggire alle grinfie dell'amministrazione comunale anche negli anni successivi.

I FANTASMI
La tipologia dei morosi e degli evasori inoltre è assai più ampia: bisogna mettere nel conto chi è in ritardo con i pagamenti, ma anche chi è un fantasma, proprio non compare nei database: una situazione che, secondo una stima fatta qualche anno fa negli uffici di via Calderon de la Barca, potrebbe riguardare quasi 400 mila utenze.

I mancati incassi, peraltro, costringono il Campidoglio ogni anno a sottrarre fondi dal proprio bilancio per finanziare l'Ama, compensando l'evasione tariffaria: la Tari pagata dai romani dovrebbe coprire l'intero costo del ciclo dei rifiuti, ma gli ammanchi devono essere poi coperti dal Comune.

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