Banche, Patuelli (ABI): «Italia scelga l’Ue o rischia di fare la fine dell’Argentina»

Banche, Patuelli (ABI): «Italia scelga l Ue o rischia di fare la fine dell Argentina»
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Martedì 10 Luglio 2018, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 00:20

(Teleborsa) - La crisi d'identità dell'Occidente ed i nazionalismi/protezionismi, i costi delle crisi bancarie e la regolamentazione, l'Unione bancaria ed il ruolo delle banche come motore di sviluppo economico e sociale. Sono queste le tematiche principali affrontate da Antonio Patuelli, Presidente dell'ABI, l'associazione bancaria, nella sua Relazione annuale 2018, presso il Palazzo dei Congressi a Roma.

Qualche numero

Patuelli ha fornito qualche numero che testimonia la solidità del settore bancario: le sofferenze che si sono ridotte a circa 50 miliardi di euro dai 90 del picco del 2015, i crediti deteriorati che sono scesi a 135 miliardi dai 200 miliardi del 2015, il rafforzamento patrimoniale che ha portato a 70 miliardi di aumenti di capitale e "colossali continui" accantonamenti.

"Proseguiamo questi sforzi. Però ogni aumento dello spread impatta su Stato, banche, imprese e famiglie, rallentando la ripresa", ha sottolineato il Presidente dell'ABI.

Il 2017 è stato l'anno della ripresa del settore bancario, che ha accelerato sui prestiti a famiglie ed imprese, incrementandoli di oltre il 2% su base annua, anche nel Mezzogiorno.

Un cenno anche al ruolo della tecnologia e dell'innovazione, che "offrono nuovi spazi e nuovi rischi", implicando anche un grande impegno per la tutela dei dati personali.


Le conseguenze della grande crisi

La grave crisi ha profondamente colpito l'Occidente, che è divenuto "insicuro perfino dei suoi principi", alimentando tendenze al nazionalismo e protezionismo sul modello di quello americano. "Vengono messi in discussione i principi e le regole della società aperta, del mercato libero, regolato e competitivo", ha sottolineato Patuelli.

Tutto ciò deriva da problematiche economiche e sociali trasformatesi in "malattie morali", che si traducono in difformità normative, soprattutto in economia: gli Stati Uniti verso un protezionismo isolazionista e l'Europa verso la disgregazione,ha spiegato il Presidente, tracciando un quadro lucido dell'attuale situazione.

L'Unione bancaria e l'Italia

Ricordando che il peso della crisi l'hanno sopportato soprattutto le banche, il numero uno dell'Associazione bancaria ha rilanciato sull'importanza dell'Unione bancaria, altrimenti si ricadrebbe "nei gorghi di un nazionalismo mediterraneo molto simile a quelli sudamericani".

Di qui, l'opportunità di garantire un mercato concorrenziale con regole identiche, Testi unici di diritto bancario, finanziario, fallimentare, penale". "La concorrenza è indispensabile e necessità di regole identiche in Europa, con uguali punti di partenza, altrimenti diviene conflitto", ha affermando Patuelli.

Il peso delle crisi bancarie ha portato a due salvataggi ed una nazionalizzazione ed è stato gravoso per le banche italiane, che hanno dovuto sopportare "forzosi sforzi miliardari per le risoluzioni" (12 miliardi sono stati spesi per i salvataggi). Di quì l'importanza di far luce sulle responsabilità delle crisi.

Le riforme e la trasparenza

La sfida del futuro è rappresentata dalla "trasparenza", che consentirà di prevenire nuove crisi bancarie e ripristinare la fiducia verso il settore bancario, quale motore di sviluppo economico e sociale.

Ma sono cruciali anche le riforme: dal diritto fallimentare alla riforma della giustizia.

 

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