I dubbi di Di Maio riguardano, da un lato, il piano ambientale, che ritiene "non soddisfacente", dall'altro il piano occupazionale, versante sul quale a suo parere occorre "fare di più".
Molte le sollecitazioni arrivate dai sindacati. La FIM-CISL ha sollecitato il Ministro a chiduere la vertenza che dura ormai da sei anni, chiedendo di "fare di più e meglio" sia sul piano ambientale che su quello occupazionale.
La FIOM-CGIL ha sollecitato un cambio di posizione dell'azienda, perché le trattative precedenti erano "irricevibili", mentre il segretario della UIL, Rocco Palombella, uscendo dall'incontro ha detto che "non ci sono stati passi avanti" ma l'intento del Ministro non è chiudere gli stabilimenti ma trovare soluzioni e produrre acciaio.
Più ottimista il segretario della CISL, Angelo Colombini, che ha parlato di "incontro utile" anche se "interlocutorio" con il Ministro, mettendo l'accento sul "fattore tempo", che è cruciale per la tutela ambientale.
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