Cattolica Assicurazioni è nuovo sponsor degli azzurri del rugby. E Malagò rilancia: «Business plan per il Flaminio»

Cattolica Assicurazioni è nuovo sponsor degli azzurri del rugby. E Malagò rilancia: «Business plan per il Flaminio»
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Martedì 3 Luglio 2018, 17:52 - Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 01:53
Da CariParma-Credit Agricole a Cattolica Assicurazioni: l'ultracentenario gruppo assicurativo veneto, dalle prestazioni così vincenti da attirare l'attenzione persino di Warren Buffett, è il nuovo main sponsor della Federazione Italiana Rugby. La veronese Cattolica Assicurazioni entra ancora di più nella storia diventando la prima azienda italiana a legare il proprio marchio alla Fir. Come qui anticipato nel marzo scorso, farà capolino prima sulla maglia della Nazionale Seven, poi da novembre toccherà a Nazionale Maggiore, femminile e Under 20, ribattezzando anche i test match che in autunno, dopo la capatina in quel di Chicago contro l'Irlanda (3 novembre), vedrà Parisse e compagni ospitare la Georgia a Firenze (10), l'Australia a Padova (17) per chiudere con il gran botto finale del 24 novembre con i  sommi All Blacks all'Olimpico di Roma si preannuncia al completo.

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Da un record all'altro per il rugby italiano la cui nazionale staziona al 14° posto nel ranking mondiale dopo aver vinto quest'anno un solo match sui 7 giocati. Ma il rugby azzurro è abituato a farsi valere non solo per i risultati in campo, ma per la forza di trainare tutto il movimento dei 100mila tesserati di tutte le età: CariParma-Credit Agricole lo ha sostenuto per 12 anni, un primato nello sport italico, e adesso Cattolica Assicurazioni assicura già alla prima firma un cammino di 7 anni e con un importo ancora più consistente. Una fiducia, insomma, nel rugby, che resiste ai decenni e alle congiunture economiche spesso difficili con una federazione che si costruisce da sola, anche grazie a queste sponsorizzazioni, il 93% del proprio budget.




INVESTIMENTO
Cattolica sarà al fianco dell'Italia ovale per sette anni. "Un investimento importante", ha ammesso l'ad Alberto Minali nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'accordo tenuta stamani nella Sala Giunta del Coni, a Roma. "Poco, ma ho giocato anch'io quando ero in Inghilterra. Ero apertura perché, venendo dal calcio, avevo un buon piede", riferisce sorridendo a margine dell'incontro con i media.

“È una giornata storica per Cattolica, che da oggi intraprende un cammino avvincente insieme al rugby italiano, nella convinzione di avere molti tratti in comune con questa disciplina. Il rugby è uno sport che richiede coesione, partecipazione, talento, rispetto dell’avversario e sano agonismo. Nel rugby gioca l’individuo, ma vince la squadra: sono gli stessi valori che muovono il lavoro quotidiano della nostra società, ora impegnata in una profonda trasformazione culturale. Per la prima volta è un’azienda italiana a sostenere le squadre nazionali e i movimenti giovanili, maschili e femminili del rugby, e questo per noi è motivo di grande orgoglio, ulteriore spinta a legare il nostro nome a quello della Federazione e supportare uno sport che si distingue per una competizione sana. Ci piace pensare che anche un mondo pulito come quello dei tifosi della palla ovale inizi a conoscere e riconoscersi nella nostra società”

Alla presentazione non si è parlato di cofre ma nei sette anni dovrebbero entrare nelle casse della Fir poco meno di 19 milioni di euro.

"Siamo orgogliosi che dopo lo sponsor tecnico Macron un'altra azienda italiana abbia deciso di camminare al nostro fianco - le parole del presidente Fir Alfredo Gavazzi - perché pensiamo che l'italianità sia importante e perché questo è il segno che il rugby continua a essere apprezzato".

FLAMINIO
"Sono felice di questo interessamento da parte di una società italiana", l'aggiunta del numero uno dello sport italiano Giovanni Malagò, chiamato poi a esprimersi sulla questione stadio Flaminio, l'ex casa del rugby italiano tornata negli ultimi tempi sulla bocca del presidente del Coni: "Fermo restando che quello stadio rappresenti un pezzo di storia dello sport italiano e che, sul suo prato, sia possibile ospitare soltanto il calcio e la disciplina della pallovale, nessuno può pensare esclusivamente a un suo rilancio inerente esclusivamente l'esterno. Al suo interno, come sappiamo, svolgevano la loro attività molte società. Occorre pensare a un business plan. Il Flaminio però resta di proprietà del Comune di Roma che sta prendendo in considerazione diverse ipotesi. Se ci sarà la possibilità di coinvolgimento del Coni, questo entrerà nei giochi in compartecipazione con la Fir. Noi siamo disponibili e il dialogo con l'Amministrazione esiste".

RISULTATI
L'affaire Flaminio potrebbe rientrare nel piano di creazione di una terza franchigia italiana di Pro 14 (il torneo che coinvolge anche gallesi, irlandesi, scozzesi e sudafricani) con base a Roma. E, da lì, continuare nel rilancio del movimento. "Tra noi abbiamo uno slogan: 'Noi siamo l'Italia' - dice il ct azzurro Conor O'Shea - Significa che lavoriamo costantemente a una nostra linea, senza seguire modelli altrui. E, per farlo, abbiamo a disposizione un gruppo dalle grandi potenzialità che può assicurarci profondità. Non bisogna però avere fretta".

Di quel gruppo, alla presentazione dello sponsor Cattolica, c'era una folta delegazione. "A livello di squadra siamo cresciuti molto - ha commentato il mediano di apertura Carlo Canna - Sicuramente i risultati al Sei Nazioni e, prima, nei test di novembre non ci hanno aiutati ma poi abbiamo dato una grossa risposta nel recente tour in Giappone. Nella seconda partita abbiamo offerto buon gioco, dimostrando di aver risolto gli errori in fase difensiva emersi nel primo confronto".

A novembre, l'attesa sfida con la Georgia che vorrebbe sostituire gli azzurri al Sei Nazioni. "Sappiamo che facendo il nostro gioco possiamo batterli, lavoreremo molto affinché ciò avvenga. Nel complesso, per la prossima stagione, spero ci siano sempre più successi per aiutare tutto il movimento".

FUTURO
Terza linea del futuro di quella squadra il romano Michele Lamaro, capitano dell'Under 20 ottava agli ultimi Mondiali di categoria (come nel 2017, massimo risultato mai raggiunto) e quarta al Sei Nazioni nonché miglior giocatore del massimo campionato con la maglia del Petrarca Padova campione d'Italia. "La prossima stagione sarà per me la più importante. Mi affaccerò per la prima volta in Pro 14 da permit player della Benetton Treviso e sarà fondamentale mantenere alta la concentrazione. La franchigia romana? L'eventualità mi piace, significherebbe portare lo spettacolo del Pro 14 anche al Centro e Sud Italia".

Alla vernice romana spazio anche alla nazionale femminile. Orgogliosa la capitana Sara Barattin: "Sentiamo sempre di più l'affetto della gente attorno all'Italdonne. Lo sentiamo quando giochiamo in Italia, ma ora iniziamo ad avvertirlo anche all'estero. Dobbiamo continuare a migliorarci e aumentare il numero delle tesserate, poiché da lì aumenterà ulteriormente la qualità. I numeri sono buoni, certo, ma dobbiamo riuscire a fare ancora meglio. Per quanto ci riguarda, l'obiettivo per l'anno prossimo sarà migliorare il quarto posto dell'ultimo Sei Nazioni". Dopo le vacanze ci sarà tanto da fare.

LA SCHEDA
Nata a Verona nel 1896 in forma di cooperativa, Cattolica Assicurazioni è una delle rare compagnie assicurative italiane con una storia ultra centenaria. Con 1.600 dipendenti e oltre 3,6 milioni di clienti, una rete diretta di oltre 1.500 agenzie e un volume premi pari a 5 miliardi di euro, il Gruppo Cattolica è tra le aziende leader del settore assicurativo italiano. La società è quotata alla Borsa di Milano dal novembre 2000, ha sede a Verona e opera su tutto il territorio nazionale con prestazioni che nel 2017 hanno attirato l'attenzione del tycoon statunitense  Warren Buffett divenuto il maggiore azionista con un investimento di 115 milioni di euro, poco meno del 10% del capitale. Il gruppo punta, attraverso un piano triennale, a far crescere nel 2020 l'utile operativo fra i 375 e i 400 milioni di euro. 
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