Violetta diventa un'eroina felliniana nella Traviata di Caracalla in stile Dolce Vita

Da domani al 20 luglio alle Terme di Caracalla la Traviata
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Martedì 3 Luglio 2018, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 21:35

Dalle atmosfere parigine alle suggestioni fastose e tragiche della Dolce Vita felliniana: è questo il viaggio che Violetta, celeberrima eroina de La Traviata, farà per il pubblico di Caracalla, dove da domani al 20 luglio andrà in scena il nuovo allestimento dell'opera verdiana firmato dal regista Lorenzo Mariani e diretto dal Maestro Yves Abel.

 



Lo spettacolo, che aprirà la stagione lirica estiva dell'Opera di Roma, sembra tagliato su misura per Caracalla, unendo la qualità alla popolarità senza dimenticare il piacere dell'intrattenimento: un titolo perfetto quindi, non solo per divertire e meravigliare una platea di 4500 posti, occupati in larga maggioranza da turisti, ma anche per garantire il successo ottenuto negli ultimi anni.

Dal 2013 a oggi infatti Caracalla «ha più che triplicato i suoi incassi», spiega il sovrintendente Carlo Fuortes, «passando da 1,5 milioni di euro agli oltre 5 milioni con i quali speriamo di chiudere questa stagione». La Traviata di Mariani non mancherà di sorprendere gli spettatori: merito delle incursioni nella Dolce Vita, attraverso analogie che il regista trova nel «mondo fastoso ma senza speranza» rappresentato nel film da Fellini.

«Quella di Violetta è una storia terribile e crudele: la protagonista cerca di vivere una vita piena e libera, ma perde», spiega oggi il regista, «per questo la mia Traviata è ispirata al film di Fellini, sia nei sentimenti tragici sia nell'allestimento spettacolare. Questa è un'opera popolare, che spesso viene banalizzata: invece è una miniera d'oro per rappresentare i sentimenti più intimi dell'uomo».

E con questa Traviata Mariani, che con il Barbiere di Siviglia del 2014 aveva ceduto alla tentazione di restituire al pubblico una Caracalla un po' da cartolina in uno spettacolo in stile hollywoodiano, accetta anche una «sfida impossibile»: quella di dialogare con le rovine romane, sfruttandone il fascino e integrandole alla scena con immagini e proiezioni.

«È inutile gareggiare con Caracalla, bisogna cercare una coabitazione produttiva», afferma, sottolineando il coraggio dell'Opera di Roma, «un teatro che continua a produrre ed è in netta controtendenza rispetto agli altri teatri italiani, nei quali si rinuncia alla produzione a causa delle difficoltà economiche e strutturali. È fondamentale per rinnovare, e il pubblico ha premiato questo coraggio».

Sul palco il pubblico vedrà un doppio cast giovane e talentuoso, in cui brillano Kristina Mkhitaryan e Valentina Varriale (quest'ultima formatasi a Fabbrica Young Artist Program dell'Opera di Roma) nel ruolo di Violetta, e Alessandro Scotto di Luzio e Giulio Pelligra in quello di Alfredo. «Questi giovani cantanti non sono solo bravi, ma anche credibili», dice ancora, «sono un veicolo perfetto per raccontare la nascita di un amore travolgente tra due ragazzi, Violetta e Alfredo».

Nello spettacolo i costumi sono di Silvia Aymonino, le scene di Alessandro Camera, le luci di Roberto Venturi, con i video di Fabio Iaquone e Luca Attili, e i movimenti coreografici di Luciano Cannito. 

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