Shoah, la Polonia ci ripensa e rivede la legge sui campi di concentramento

Shoah, la Polonia ci ripensa e rivede la legge sui campi di concentramento
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 27 Giugno 2018, 14:45 - Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 19:23
Varsavia - La Polonia fa marcia indietro. Il parlamento ha rivisto oggi la legge sull’ Olocausto, approvata alcuni mesi fa tra mille polemiche, cancellando la norma che 
prevedeva pene fino a tre anni di carcere per chi avesse in qualche modo collegato i crimini del
 Terzo Reich alla Polonia. La riforma della controversa legge
 è stata presentata a sorpresa su 
iniziativa del premier Mateusz Morawiecki e 
sottoposta ai parlamentari. «Il senso della modifica consiste 
nel venire incontro alla realtà  internazionale" ha detto
 Morawiecki chiedendo il sostegno all’emendamento della legge.
 Ora il provvedimento passa al Senato per essere discusso e votato.

Lo scorso febbraio la Camera alta polacca aveva approvato con 57 voti favorevoli, 23 contrari e due astenuti la legge controversa sui campi di sterminio della seconda guerra mondiale . Essa stabiliva una pena carceraria per chiunque si riferisse ai campi nazisti come campi «polacchi» o accusasse la Polonia di complicità con i crimini della Germania nazista.  Una rigidità che di fatto avrebbe impedito il lavoro degli storici anche perchè è innegabile che vi fossero dei collaborazionisti con il Reich anche se la Polonia era sotto una feroce occupazione. Un certo collaborazionismo non ha impedito ai polacchi di scrivere pagine di autentico eroismo per avere salvato ebrei durante quel periodo. I polacchi sono i più numerosi nella lista dei Giusti tra le Nazioni. 

Immediate e durissime erano state le reazioni in tutto il mondo alla legge. Particolare sdegno da parte di Israele. Il ministro Yoav Gallant aveva definito la decisione «un caso di negazione della Shoah». «La memoria dei sei milioni di ebrei uccisi - aveva commentato - è più forte di qualsiasi legge. Proteggeremo la loro memoria e faremo nostra la lezione: la capacità di difenderci da noi stessi».  

Anche l’ex ministra degli esteri  Tizpi Livni aveva attaccato Varsavia: «Hanno sputato in faccia ad Israele due volte», era stato il suo commento. Aveva anche ricordato che a suo tempo era stato raggiunto un accordo tra il premier polacco e quello israeliano Benyamin Netanyahu e che questo «è stato ignorato».  
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