Nell'articolo del giornale americano, sono state intervistate 30 donne, che esasperate, si sono rivolte a linee di ascolto telefonico o, nei casi più gravi, hanno trovato il coraggio di rivolgersi ad un legale. Ma in concreto cosa accade? La maggior parte delle vittime ha rivelato una conflittualità all'interno della coppia, che avrebbe portato il partner ad usare in modo improprio, anche violento, i device di smart home. Termosifoni che rendono l'ambiente eccessivamente caldo, telecamere che si accendono per sorvegliare l'inquilina in casa, sola o in compagnia. O ancora. Lampadine wi-fi che s'illuminano di notte o altoparlanti che riproducono musica a tutto volume.
Un disturbo reiterato, che alimenta l'ossessione del partner aggressore e spaventa la vittima, la quale non ha nessuna possibilità di controllo, non avendo password e codici di accesso. L'uomo che pratica questa forma di molestia, secondo l'articolo del New York Times, utilizza la tecnologia come forma di potere. E la soluzione, solo all'apparenza, sembra facile. Sarebbe sufficiente togliere la corrente ai vari device o romperli fisicamente. Ma secondo gli esperti di abusi domestici, l'effetto potrebbe scatenare reazioni anche più violente, motivo che ha spinto avvocati specializzati a richiedere ai giudici, ordinanze restrittive per gli artefici di tali molestie e contestualmente la disattivazione dei device domestici.
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