Ultime dal cielo
di Enzo Vitale

Giovane astrofilo italiano immortala Luna e Venere, la Nasa pubblica la foto

Filippo Curti con un suo professore
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Domenica 17 Giugno 2018, 19:07 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 22:51


(La foto scattata a Santa Marinella finita sul sito della Nasa)


A volte sui social si fanno incontri che non ti aspetti. Condividi passioni con persone che mai hai visto prima, ma che ti trasmettono lo stesso pathos di amici, quelli veri, che conosci da sempre. Il giovane Filippo Curti è un astrofilo a tutto tondo e un assiduo frequentatore di siti scientifici.
Me lo son ritrovato spesso a commentare notizie più disparate: dalla caduta della Stazione spaziale cinese ad altri argomenti, sempre a tema astronomico. E sempre con precisi e puntuali interventi.
Una laurea triennale a La Sapienza di Roma Ingegneria meccanica (ora è impegnato nel percorso della Magistrale) si sta dedicando anima e cuore al progetto Sanderphil Urban Observatory, progetto riconosciuto dal Minor Planet Center, l'organizzazione incaricata dall' Uai (Unione Astronomica Internazionale) di raccogliere e conservare i dati osservativi sui corpi minori del Sistema solare come asteroidi e comete.
E a proposito di giovani, un altro giovane, Vincenzo Sori di 36 anni,  esperto di letteratura, cinema, musica e teatro, ha scoperto la storia di Filippo e l'ha pubblicata per noi su una pagina regionale: ecco il suo servizio.

Buona lettura



Sono le 21,36 di giovedì 17 maggio. Sul lungomare Marconi di Santa Marinella non c’è un’anima viva. Solo il rumore del mare, lieve, e il bagliore dei corpi celesti che definisce i contorni di una meravigliosa sera di primavera. Alle 23,36 Filippo Curti, 24 anni, posta una fotografia notturna che ritrae quel mare calmissimo e quel cielo fantasmatico. Sopra la foto, il post esplicativo: «Oggi c’era una stupenda congiunzione tra Luna e Venere. Sono corso a fotografare il loro tramonto sul mare». Dell’immagine colpisce la nitidezza e la sorprendente simmetria di due fonti di luce che, dal cielo, riflettono i fasci oleosi nell’acqua tirrenica. Sulla sinistra in basso c’è una falce di luna, più in alto a destra il pianeta che prende il suo nome dalla dea dell’amore e della bellezza.
Amore e bellezza. Quella di Curti non è una foto qualsiasi. Due giorni dopo, i tecnici della Nasa scelgono quello scatto come “Apod”, “astronomy picture of the day”, l’immagine astronomica del giorno. È il 19 maggio e la foto che un astrofilo santamarinellese ha scattato al cielo notturno sopra il suo mare fa il giro del mondo. «Quando è arrivata l’email di conferma, non ci credevo. Poi ho iniziato a saltellare di gioia. Sapere che quella foto è visibile su tutti i siti del settore mi riempie di gioia. Conquistare un’Apod è una grandissima soddisfazione per chi fotografa il cielo», spiega Filippo. Dunque, l’amore e la bellezza della Luna e di Venere sopra Santa Marinella hanno bussato alla porta dell’agenzia governativa Usa.


«Ho scattato con attrezzatura comune – prosegue Filippo- niente telescopio o sensori astronomici, solo un cavalletto, una Canon Eos 600D e un teleobiettivo Sigma 70-300 apocromatico». Un’attrezzatura “leggera”, per una fotografia “spaziale”. «Sì, uno scatto che avrebbe potuto fare chiunque con una reflex, bastava solo sapere che si stava verificando una congiunzione del genere. Ma quella sera davanti a quello spettacolo ero solo».
Non un neofita Filippo, però. «Con Sandro Spadaro continuiamo a portare avanti il nostro progetto, “Sanderphil Urban Observatory”, anche con collaborazioni importanti. Dal nostro osservatorio privato a San Gordiano abbiamo sempre effettuato immagini del cielo profondo, nebulose, galassie, ma anche fornito dati e osservazioni su asteroidi, comete, novae e supernovae. Ci stiamo ritagliando un posto di rilievo nel panorama dell’astronomia amatoriale locale e non solo. Le attività online dell’osservatorio, dalle dirette streaming alla pubblicazione di foto, hanno sempre attratto tantissime persone da tutto il mondo che interagiscono con noi». Una passione, quella di Filippo, che affonda le radici nelle più remote abitudini dell’essere umano. «Ho iniziato a osservare il cielo che avevo meno di 18 anni. In verità, il cielo notturno mi ha sempre spaventato, l’idea di avere una finestra sull’universo sempre aperta sopra le nostre teste mi fa tuttora uno strano effetto. Ma quello che ognuno di noi può osservare è davvero meraviglioso».

Grazie a Filippo Curti e Vincenzo Sori


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