Nel rebus dei voti, io speriamo che me la cavo

di Maria Lombardi
2 Minuti di Lettura
Venerdì 15 Giugno 2018, 00:05
Se credete che l’intelligenza di una persona stia tutta nei voti che prende a scuola non avete capito niente della vita
@fuggiamohar


Riuscirà quel 5,5 in matematica a diventare 6? Ma sì, però fino all’ultimo fa tremare. E quel 6,35 in latino scritto sommato al 6 più all’orale, che sarà? Un sei abbondante o un sette stringato? E i debiti, uno o due? Ci si tormenta con i numeri, in questi giorni. La sufficienza è la misura della felicità, almeno per chi la sfiora. La famiglia intera che si sente bocciata insieme al figlio. I prof ce l’avevano con me. No, sei tu che non vali niente e te lo sei meritato. Non te lo meritavi, prof disonesti. Tra minacce insulti e punizioni si va avanti per l’estate. L’ossessione dei decimali, alle superiori è tutto un calcolo. In greco scritto ho 5,35. Oddio, cos’è? E si torna a dividersi. Tra chi ritiene i voti superati. L’anno scolastico è un percorso - dice chi vuole abolirli - ci sono i successi e i disastri, si inciampa ci si rialza per poi ricadere, si cresce sbagliando. Tutto questo un 6 non può raccontarlo e nemmeno un 8. E chi li difende: niente meglio dei numeri, chiari e precisi, per la valutazione, incitano a migliorare. Anche se ci stai stretto. Vada per il 6 misurato al bilancino, ma come sarebbe bello leggere in pagella qualche parola. Un giudizio finale, breve e semplice (quanto se ne sente la mancanza al liceo) da accompagnare al voto. Per dire cosa è successo in quest’anno e cosa non è andato, se una scintilla si è accesa, come far meglio e quale ostacoli restano. Soprattutto: che persona si è diventati. Nell’attesa di qualche parola, io speriamo che me la cavo anche quest’anno. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA