Cassazione, nonno stalker: «Non potrà vedere i nipoti»

Cassazione, nonno stalker: «Non potrà vedere i nipoti»
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Martedì 12 Giugno 2018, 23:31 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 21:57
Il legame di sangue non basta. I nonni hanno sì diritto a «mantenere rapporti significativi con i nipoti», come stabilito dalla riforma del diritto di famiglia del 2013, ma non al punto di rischiare di turbare la serenità degli stessi bambini.

Lo sottolinea la Cassazione che ha respinto il reclamo di un nonno di Ancona al quale il giudice aveva negato l'adozione di misure per consentirgli di vedere i tre nipotini - due femmine e un maschio -  che non volevano incontrarlo. L'uomo era stato accusato dalle due nipotine di violenze non meglio specificate, e c'era stato un processo a suo carico terminato con l'assoluzione.

Così il nonno prosciolto aveva preso a seguire i tre nipoti appostandosi in macchina nei luoghi da loro frequentati per poterli vedere, i bambini si erano ancora più spaventati e i loro genitori non avevano assecondato il desiderio dell'anziano di contatti con piccoli. Ad avviso della Suprema Corte, è da confermare il decreto della Corte di Appello di Ancona del 2016 che aveva negato azioni in favore del nonno «in virtù dell'accertata riluttanza dei nipoti ad intrattenere relazioni con il nonno materno, in conseguenza dell'impressione negativa suscitata dal comportamento negativo ed inquietante di quest'ultimo, solito appostarsi nei luoghi da loro frequentati e seguirli con l'autovettura, nonchè dell'incapacità, in tal modo manifestata, di cogliere il disagio dei minori e di far prevalere il loro bisogno di serenità sulla propria esigenza di interessarsi alla loro vita quotidiana».

Per gli "ermellini", questa conclusione è stata «puntualmente giustificata» dalle risultanze dell'audizione personale delle due nipotine che lo avevano accusato. Nel suo ricorso alla Suprema Corte, il nonno - scrivono i giudici nel verdetto 15238 - si è solo limitato «a prospettare l'eventualità di condizionamenti o manipolazioni da parte dei genitori» e la sua disponibilità a avere incontri protetti con i tre piccoli, alla presenza di assistenti sociali, tutte ipotesi che «argomentatamente», dice la Cassazione, sono state escluse dalla Corte marchigiana.
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