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di Enzo Vitale

Angelantoni, i simulatori spaziali del piccolo borgo

Gianluigi Angelantoni dell'omonima industria
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Sabato 9 Giugno 2018, 13:48 - Ultimo aggiornamento: 13:49

(Gianluigi Angelantoni, presidente dell'omonima industria)

LA STORIA
Dalla cassettina degli attrezzi portata dietro la sella del suo motociclo, fino ad arrivare ai simulatori spaziali per le grandi Agenzie del pianeta. Una vita dedicata al freddo, alla tecnologia criogenica fin dai suoi albori.
Tutto nasce dalla grande crisi del 1929 quando Giuseppe Angelantoni, classe 1904, nativo del piccolo borgo di Massa Martana, in provincia di Perugia, perde il suo lavoro da operaio presso una fabbrica di frigoriferi di Milano.
Iniziativa e perspicacia non gli mancano di certo, e allora decide di provare a mettersi per conto suo dando vita ad una piccola azienda di riparazioni di quelli che furono i primi elettrodomestici del freddo. Siamo nel 1932.

EREDITÀ
«Più che un’azienda vera e propria, lo “stabilimento”, se proprio vogliamo chiamarlo così, era composto dalla sua motocicletta e dagli arnesi che portava sempre con sé».
Gianluigi Angelantoni, 74 anni, uno dei figli del capostipite dell’impero tecnologico con ramificazioni in Francia, Germania, India e Cina, ricorda così la figura di suo padre.
Passati quasi 90 anni, la realtà produttiva continua ad essere proiettata al futuro. Spazia, è proprio il caso di sottolinearlo, dalle macchine per la simulazione del vuoto alla sanità; dalla meccanica di precisione al settore automobilistico; dalle applicazioni industriali della fisica delle particelle, fino agli accorgimenti per gli utensili di tutti i giorni. «Diciamo che siamo sempre alla ricerca di nuove idee -prosegue Angelantoni-, la nostra parola d’ordine è innovazione. Per questo motivo la maggior parte dei dipendenti sono giovani laureati e diplomati. Soprattutto ingegneri e periti».

MACCHINA DELLE MERENDINE
E in ambito di idee nate per caso, quella avuta da un giovane tecnico è stata applicata pensando alle macchine che distribuiscono merendine.
«In un certo modo abbiamo ingegnerizzato il sistema di conservazione e smistamento delle sacche di sangue, quindi -spiega sempre Angelantoni-, da uno strumento ideato per la distribuzione delle merendine abbiamo sviluppato una macchina che riesce a pianificare la distribuzione del plasma con informazioni a 360 gradi. Riducendo, oltretutto, lo spreco della sostanza organica che ha tempi di conservazione limitati».

(L'interno dello stabilimento di Massa Martana in Umbria)

PIANETA CINA E BREXIT
Forti di una commessa appena arrivata dalla Cina, una sezione dello stabilimento per la produzione del cosiddetto solare termodinamico, sarà dislocato proprio in quel Paese. «Ma questo non comporterà alcun taglio -rassicura il manager-, alcuni dei dipendenti verranno utilizzati per esportare il nostro Know-how alle maestranze asiatiche, mentre gli altri rimarranno sempre all’interno del nostro gruppo. Del resto ho sempre avuto ben chiara la mission di mio padre, ovvero quello di valorizzare il territorio e le sue risorse umane. Proprio per tali motivi -continua- ho sempre detto no alle molteplici offerte di acquisizione che nel corso degli anni mi sono pervenute. Anche da importanti colossi mondiali». Non solo Cina, le produzioni dell’Angelantoni Group sbarcheranno oltremanica nonostante la Brexit. Un simulatore di vuoto dell’altezza di 8 metri e lungo 11, infatti, verrà spedito in Gran Bretagna prossimamente.

AMBIENTE
Verba volant, scripta manent, tanto che il rispetto dell’ambiente vien testimoniato da una scritta in bella evidenza all’entrata del sito di Cimacolle: “Stabilimento a basso impatto di Co2 -si legge in un cartello-: con un impianto fotovoltaico di 370 kilowatt e una centrale a biomasse vegetali (ambedue contribuiscono alla climatizzazione delle strutture, ndr) di 2 megawatt, si evita così l’immissione in atmosfera di 319 mila chilogrammi di Co2».

ASTRONAUTI
A fare visita alla fabbrica, tempo fa, viste le sue peculiarità “spaziali” sono stati gli astronauti dell’Esa Samantha Cristoforetti e Roberto Vittori. Poi Roberto Battiston, presidente dell’Asi, ha toccato con mano le eccellenze delle produzioni. A suo tempo, anche il Premio Nobel Carlo Rubbia, ha avuto modo di interagire con il Gruppo.
Fino al 1988 le eccellenze tecnologiche dell’Angelantoni si “fermavano” a quota 10 mila metri. Da quel periodo l’azienda è cresciuta e punta sempre più su.

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