Sanzioni contro Mosca, la Trenta a Bruxelles «Sbarchi, la Nato ci aiuti»

Sanzioni contro Mosca, la Trenta a Bruxelles «Sbarchi, la Nato ci aiuti»
di Cristiana Mangani e Antonio Pollio Salimbeni
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Venerdì 8 Giugno 2018, 08:19
BRUXELLES - È possibile un veto italiano in Europa sulle sanzioni alla Russia? «Dobbiamo ragionarci. In Europa almeno a parole qualcosa sta cambiando. Siamo una squadra. Lasciateci partire, ma sulle sanzioni abbiamo le idee chiare». A sera Matteo Salvini lancia un nuovo segnale all’Ue. «L’Italia è un alleato valido e importante, contribuisce alla nostra sicurezza condivisa in molti modi diversi», aveva detto a metà pomeriggio il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al termine delle prime discussioni dei ministri della Difesa dell’Alleanza.

Giusto mercoledì, con riferimento al tema delle sanzioni contro la Russia che il governo vuole sottoporre a «revisione», aveva spiegato: «Con la Russia dobbiamo mantenere il dialogo politico, ma le sanzioni economiche sono importanti». Ieri ha bloccato le domande su questo tema che diventerà nelle prossime settimane scottante se il governo italiano cambierà linea. E sarà argomento del G7 e del Consiglio europeo di fine mese.

LA VISITA
Quanto all’Italia, Stoltenberg lunedì verrà a Roma per incontrare il premier Giuseppe Conte. «Accolgo con favore il fatto che il vostro paese abbia iniziato ad aumentare la spesa per la difesa, ma anche che contribuisca alle missioni e alle operazioni Nato, in Afganistan, dove l’Italia è una delle nazioni guida, nei Balcani dove contribuisce con personale professionale e impegnato, cosa che apprezziamo davvero». Ma la novità di questo vertice è stata la posizione del governo giallo-verde, rappresentata dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta. «L’Italia onora gli impegni con la Nato - ha dichiarato - e anche l’Alleanza deve aiutare Roma».

Nel primo esordio a Bruxelles, la rappresentante del nuovo esecutivo ha chiesto agli alleati di guardare di più al Mediterraneo per dare sostegno al nostro paese e all’Ue nella lotta ai trafficanti di esseri umani e al terrorismo. Perché - ha aggiunto - «per quel che abbiamo dato finora e vogliamo continuare a dare, ritengo sia arrivato il momento anche di ricevere». È «una questione di solidarietà», ha aggiunto riferendosi alle missioni internazionali. L’obiettivo, dunque, «è fare in modo che l’Italia possa continuare a dare il suo contributo anche in un’area di nostro diretto interesse strategico e cruciale per la sicurezza del Paese». In particolare, riguardo al Mediterraneo, il ministro ha auspicato che si possano superare i ritardi nella realizzazione dell’hub regionale per il Sud e ha detto che una politica più a sostegno dei propri partner, nella regione mediterranea, rafforzerebbe l’Alleanza stessa offrendo una cornice di sicurezza più solida.

LE PRESSIONI FRANCESI
Gli Stati Uniti finora sono sempre stati distratti rispetto al fronte africano, a cominciare dalla Libia. Ma forse qualcosa potrebbe cambiare negli equilibri. Infatti c’è una missione internazionale che l’Italia ha votato in Consiglio dei ministri ma che non è mai partita veramente, ed è quella in Niger. Il governo del paese africano avrebbe prima accettato e poi fermato l’arrivo dei nostri militari. E questo per via delle forti pressioni esercitate dalla Francia, da tempo presente sul territorio. Oggi Trenta incontrerà James Mattis, capo del Pentagono, nell’ambito della “Global Coalition” che si tiene per il contrasto al terrorismo islamico. E sembra che gli alleati americani abbiano intenzione di chiederci di non mollare la missione, e di insistere affinché i militari vengano inviati per rinforzare quelle frontiere. CristianaMangani Antonio Pollio Salimbeni
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